venerdì,Maggio 17 2024

Rende, Principe terrore di Aceto: «Se vince le elezioni è una rovina»

I timori dell'imprenditore alla vigilia del ballottaggio del 2019, tra dubbi sulla "fedeltà" dei candidati e disappunto per Manna «che non fa accordi»

Rende, Principe terrore di Aceto: «Se vince le elezioni è una rovina»

«Se vince quello, per noi è una rovina». A esprimersi così il 3 giugno del 2019, in un dialogo con un interlocutore non identificato, è l’imprenditore Massimino Aceto. Manca una settimana al ballottaggio per il Comune di Rende, e «quello» altri non è che Sandro Principe. Secondo gli investigatori che hanno eseguito questa e altre intercettazioni, l’imprenditore, personaggio principale dell’inchiesta giudiziaria che ieri ha scosso il palazzo di via Rossini, era consapevole del fatto che le proprie fortune fossero legate alla riconferma di Marcello Manna alla carica di sindaco. E quindi si impegnava allo spasmo per centrare quell’obiettivo.

I due però sono anche molto amici, finanche compari, il che spiega il tono confidenziale dell’intercettazione raccolta un mese prima, mentre ancora infuria la campagna elettorale. Principe è sempre nei pensieri di Aceto. «Quindi dici che è lui il problema» gli chiede Manna. «Sì» è la risposta. A suo avviso, un eventuale ballottaggio con Mimmo Talarico consentirebbe già di brindare alla riconferma di Manna, ma con l’ex leader socialista il discorso sarebbe differente. «Stanno muovendo il mondo» aggiunge, e poi suggerisce a Manna di muovere anche lui del denaro, secondo la Procura «per acquistare pacchetti di voti».

Il tema elezioni viene ripreso il 22 maggio, a otto giorni dal primo turno elettorale. Le preoccupazioni in quel caso vertono sui possibili tradimenti e doppiogiochi. I due commentano le voci sul possibile voto disgiunto di Luigi Superbo, uno dei candidati di Manna, e poi registrano l’atteggiamento politicamente ambiguo di Franchino De Rango. Prendono atto poi di come nei sondaggi a loro disposizione, Principe abbia scavalcato Talarico.

Le urne confermano quest’ultima previsione, ed ecco che il 3 giugno la paura raggiunge l’acme, con Aceto che arriva a paventare «la rovina». A preoccuparlo ulteriormente, come confida all’interlocutore, c’è anche un’altra circostanza: che Manna non si è mosso come da lui auspicato. «Non ne ha fatto accordi?» gli chiede l’interlocutore. «No, non ne fa lui…».