Incidente mortale a Cosenza, i familiari del 16enne presentano denuncia
La dinamica dell'incidente rimanda a una tragedia avvenuta in modo casuale, ma secondo i genitori della vittima alcuni testimoni raccontano una verità diversa
Era appena uscito dal salone di un barbiere in via Panebianco. Shampoo e taglio, poi di corsa verso un sabato qualunque. Pochi metri percorsi sulla moto di grossa cilindrata e poi l’impatto con la Jeep della polizia. L’urto terrificante, il suo corpo sbalzato contro un muro, un passante che tenta di prestargli i primi soccorsi. Antonio Ruperti si rimette in piedi, lui che è giovane e forte. “Devo andare… devo andare” ripete un paio di volte prima di accasciarsi sull’asfalto. Morirà qualche ora dopo in ospedale. Tra un mese avrebbe compiuto sedici anni.
La tragedia consumatasi ieri pomeriggio all’incrocio tra via Falvo e via Martorelli, alle spalle del tribunale di Cosenza, è ora oggetto di un’inchiesta da parte della magistratura. Non sarà facile poiché sulla vicenda gravano come macigni diversi nodi irrisolti. A primo acchito la dinamica rimanda a una collisione del tutto casuale, con responsabilità ancora tutte da accertare, ma comunque sospese tra il mancato rispetto di una precedenza da parte della Jeep e l’alta velocità – oltre cento km orari – con cui procedeva la moto.
Di diverso avviso, però, sono i familiari della giovane vittima che oggi hanno sporto denuncia davanti ai carabinieri. A loro avviso, infatti, ci sono alcuni testimoni – residenti del quartiere – secondo i quali la Jeep avrebbe manovrato in quel modo per tentare di arrestare la marcia della moto. A ciò si aggiunge anche un dettaglio relativo al proprietario di quella due ruote: non lo zio di Ruperti, come era inizialmente trapelato, bensì Valentino De Francesco, persona offesa nell’inchiesta antimafia “Reset” e suocero della vittima. Sembra che la sua moto fosse “attenzionata” da almeno tre giorni, ma di certo nessuno si aspettava di trovarci in sella il giovane Ruperti. Dirimenti saranno comunque i filmati delle telecamere di videosorveglianza presenti nell’area e che i carabinieri hanno già provveduto ad acquisire. Dalla visione di quei filmati, gli investigatori riusciranno forse a capire cos’è accaduto veramente in via Martorelli. Nell’attesa, permangono i dubbi. Incidente casuale oppure no? L’unica certezza è che mai come stavolta la verità non sta nel mezzo.
Nel frattempo, subito dopo il decesso del ragazzo i carabinieri hanno posto sotto sequestro la salma e la sua cartella clinica. Nella giornata di martedì dovrebbe essere eseguita l’autopsia alla presenza dei medici legali indicati dalla Procura e di quelli nominati dalla famiglia Ruperti che, in questa vicenda, è rappresentata dall’avvocato Mario Scarpelli.