domenica,Maggio 12 2024

Cosenza, Funaro: «Il mio è stato un delitto politico perfetto»

L'ex vice sindaca circostanzia accuse verso Caruso, Incarnato, Adamo, Bruno Bossio e Pecoraro. Più di 200 persone ad ascoltarla

Cosenza, Funaro: «Il mio è stato un delitto politico perfetto»

Più che una conferenza stampa è stata un’assemblea cittadina. Nello scegliere un locale del centro storico l’ex vicesindaca Maria Pia Funaro ha forse sottovalutato la sua popolarità. Dei presenti e dei possibili scenari futuri parleremo, tuttavia, in un altro articolo.  Quello che è emerso dal j’accuse della dirigente democrat è uno spaccato in cui Palazzo dei Bruzi e il suo partito di appartenenza hanno ricevuto pesanti bordate

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Maria Pia Funaro ha definito il suo allontanamento dalla giunta «un delitto politico perfetto» e ha riannodato i fili su tre episodi in particolare: l’arcinota vicenda di via Roma, quando si schierò a favore del diritto di parola del preside Massimo Ciglio, la mancata elezione del commercialista Franco Colistro a presidente del collegio dei revisori in Comune e il recente casus belli relativo alla posizione da prendere rispetto alla Cgil di Cosenza sulla localizzazione dell’ospedale. A precisa domanda se resterà nel Partito Democratico, ha risposto fumosamente «vedremo».

La revoca delle deleghe di giunta e «il Pd nella stanza di Incarnato»

«Il mio allontanamento è stato costruito a tavolino – spiega Funaro -. Il provvedimento è arrivato tramite pec, anticipato da una telefonata di una dipendente comunale. Così, senza altra interlocuzione, come se fossi una parte estranea della società, come se gli oltre 530 elettori non avessero più diritto ad avere rappresentante. Il sindaco ha così deciso che non era importante convocarmi per comunicare la sua posizione e il Pd ha deciso che era inutile avere un’interlocuzione con me».

«Domenica pomeriggio – racconta – Caruso ha pubblicato all’interno della chat di giunta la bozza di un documento contro la Camera del Lavoro di Cosenza. Riguardava la presunta posizione del sindacato sul nuovo hub ospedaliero. Al convegno erano presenti Irto, Iacucci e Bevacqua che non si sono scandalizzati dal contenuto espresso. Fatto sta che, dopo la mia richiesta di dialogo, quel documento esce fuori in modo diverso rispetto all’inizio. Si parla a nome della “amministrazione” anziché della “giunta”». 

«La mia posizione, a sorpresa, è stata veicolata all’esterno a mezzo stampa – aggiunge ancora Funaro – e quella sera stessa Caruso convoca il PD. Che io sappia all’incontro del giorno dopo sono andati Pecoraro e Mazzuca, ma non so se ci fossero anche altri presenti. Concluso il faccia a faccia, il primo cittadino ha predisposto il decreto. Qui le responsabilità del Pd sono evidenti. Dove era il Pd? Probabilmente era nelle stanze del sindaco e di Luigi Incarnato, quando si decideva il mio destino». 

«Qualcuno mi disse: il Pd sono Adamo e Bruno Bossio. Era la verità»

Le domande e le risposte scivolano inesorabilmente sul Partito Democratico. «Il Pd è un partito fluido, con mille anime, ma rappresentato sempre dalle stesse. Un dirigente, durante la campagna elettorale mi disse: “il Pd a Cosenza sono Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio”. Oggi – ammette – posso affermare che sostenne la verità. Il Pd è un mondo gattopardesco, sembra che tutto cambi, ma non cambia niente. Oppure non siamo stati capaci di incidere, come testimoniano le vicende di Rende e di Mendicino».

«Rispetto al partito – continua l’ex vicesindaca – mi sono sempre sentita un po’ un corpo estraneo, accerchiata, incapace di incidere. Non sono sola invece quando sto tra la gente. Immaginavo di seguire un percorso nel Pd, ma il percorso è stato asfissiante ed anche in Comune ho respirato la stessa aria. Non mi sono dimessa perché avevo ricevuto un mandato elettivo. Chi ho sentito in queste ore? Tante volte Nicola Irto, Franco Iacucci e Giusy Iemma. Ho parlato con un dirigente nazionale. Non so se l’informativa di quanto accaduto sia arrivata a Roma. Ma la rivoluzione annunciata da Elly Schlein alle nostre latitudini non c’è stata. Forse non c’è interesse per la Calabria. Anzi, aggiungo una cosa: nel Pd a Cosenza c’è un problema di misoginia. Non c’è riunione decisionale a cui partecipino donne».

Funaro, Colistro e la lettera ad Irto

«Chi dopo di me a Palazzo dei Bruzi? Si attingerà nella scuderia di sempre o si troverà un equilibrio con altre correnti sfruttando il posto vacante – prevede Funaro -. Mi aspetto una reazione aggressiva dell’amministrazione alle mie parole. Il caso Colistro? Un nome scelto davanti al caminetto dei soliti noti. I consiglieri hanno ricevuto la sera prima un sms: “votate lui”. Non hanno gradito, hanno mandato un messaggio a Caruso e sapete che hanno deciso? Di far eleggere Manna». 

Funaro chiude la conferenza stampa parlando di un particolare relativo a questa vicenda, tirando fuori una comunicazione inviata ad Irto e a Pecoraro. «Io su questa vicenda mandai una lettera al segretario regionale. Gli rammentai che il nome del futuro presidente del collegio dei revisori non era come al solito stato condiviso con i consiglieri o con gli altri amministratori. Parlai dei cacicchi che continuano ad imperare a Cosenza». I cacicchi, proprio il termine che Schlein giurò di estirpare appena vinto il Congresso.

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