Lattarico, trentunenne ai domiciliari per le percosse inflitte alla convivente

Mani strette alla gola quasi fino a soffocarla, calci e pugni che l’hanno risparmiata neanche in gravidanza, il tutto condito da insulti quali «Zoccola, puttana» e da avvertimenti del tipo «Ti scanno, ti ammazzo». Sono le condotte che il trentunenne A. O. da Lattarico avrebbe tenuto nei confronti della sua convivente per circa tre anni e che oggi gli valgono le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. L’uomo è stato arrestato lo scorso 2 aprile in flagranza di reato e da allora si trova detenuto ai domiciliari con il braccialetto elettronico.

Quel giorno, infatti, i carabinieri si recano presso il suo domicilio dopo aver ricevuto una telefonata che segnalava la presenza di una persona intenta a percuotere una donna. Giunti sul posto, i militari trovano la coppia fuori dall’abitazione, con A. O. che inveisce all’indirizzo della convivente. È il punto di partenza dell’inchiesta che, di lì a poco, si avvarrà della testimonianza della vittima e da quelle rese da altre familiari. Racconti che fotografano l’inferno familiare in cui era sprofondata la donna e che il gip Alfredo Cosenza ha ritenuto «perfettamente sovrapponibili» al punto da convalidare l’arresto eseguito nell’immediatezza dai carabinieri.

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