lunedì,Maggio 20 2024

Castrovillari, dopo l’approvazione del salario minimo il Comune “attenziona” le aziende | VIDEO

Nino La Falce: «Non è una provocazione, ma un atto di coscienza e dignità»

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A Castrovillari il civico consesso ha approvato alla unanimità una mozione sul salario minimo che fissa le regole per la paga oraria base dei lavoratori delle ditte che si aggiudicheranno appalti e concessioni del Comune. Proposta dal consigliere con delega ai lavori pubblici Nino La Falce, del gruppo Democratici per Castrovillari, prevede di impegnare l’amministrazione ad indicare in tutte le procedure di gara che al personale impiegato sia applicato il contratto maggiormente attinente all’attività svolta e stipulato dalle organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative ed a verificare che il trattamento economico minimo corrisposto sia di almeno nove euro l’ora.

«Non è una provocazione – ha detto La Falce – è un atto di mero indirizzo politico ma soprattutto un atto di coscienza e dignità. Ho dato mandato ai dirigenti di settore di vigilare affinché venga verificato anche periodicamente che il complesso imprenditoriale in rapporto con la nostra municipalità rispetti i parametri indicati». L’iniziativa è stata stimolata dalla «visita proprio a Castrovillari, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della festività del Primo Maggio.

È una opportunità per sensibilizzare al tema anche altri enti. Non abbiamo la pretesa di scavalcare le normative nazionali – ha sottolineato – ma pensiamo che alcuni processi possano concretizzarsi anche partendo dal basso. Questo è un primo atto, non so se ne seguiranno altri. Sicuramente però l’approvazione unanime pone il deliberato come il raggiungimento di un risultato collettivo». Non è il primo provvedimento del genere adottato in Calabria, recentemente una disposizione analoga è stata approvata dalla giunta comunale di Scalea, e non sarà l’ultimo, al riguardo sta lavorando ad una mozione anche il comune di Cassano allo Ionio.

Un modo per riportare sotto i riflettori la questione del lavoro povero, fenomeno con cui il Paese, e la Calabria in particolare, si sta confrontando soprattutto dopo il periodo Covid ed a causa dei rincari determinati dalla crisi economica innescata pure dai conflitti internazionali. Le sacche del disagio si stanno progressivamente allargando da quei nuclei in difficoltà perché aggrediti dalla scure della disoccupazione, alle famiglie del ceto medio, dove un solo stipendio non basta per tirare avanti. Il saldo tra l’inflazione galoppante e l’incremento marginale delle retribuzioni ha tagliato in maniera drammatica il potere di acquisto. Sul piano politico il dibattito sul tema è congelato.

Di fatto la questione, portata alla ribalta nello scorso anno dal Pd, è uscita temporaneamente dall’agenda politica. Mentre rimangono i dubbi sulla utilità dell’applicazione di questo istituto diffuso però nel resto dell’Unione Europea dove tuttavia non vi sono le medesime garanzie della contrattazione collettiva. Netta la contrarietà della Cisl. Il segretario generale di Cosenza Giuseppe Lavia spiega perché: «Il salario minimo lo fissa la contrattazione collettiva e non la legge». Ecco la dichiarazione rilasciata al nostro network