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Le telecamere di LaC a Diamante: culla dei murales e del peperoncino

Dal 1981 l'arte di strada ha cambiato il volto e l'anima di questa cittadina al centro della Riviera dei Cedri. Definita la Perla del Tirreno, offre 8 chilometri di spiaggia

Le telecamere di LaC a Diamante: culla dei murales e del peperoncino

La scrittrice Matilde Serao la definì “perla del Tirreno”. Ma il suo nome è quello di un’altra pietra preziosa: Diamante. Incastonata nel mezzo della Riviera dei Cedri, con i suoi 8 chilometri di spiaggia e un centro storico che è una grande mostra diffusa tra vicoli e scalette.

È la città calabrese dei murales Diamante. Arte di strada che spunta dai muri delle case, a volte divertente a volte riflessiva. L’idea è venuta a un pittore nativo di Genova che qui aveva trovato la sua città d’elezione e qui è morto nel 2013. Si chiamava Nani Razetti. Un’idea che si è concretizzata nel 1981, quando in accordo con l’amministrazione comunale all’epoca guidata dal sindaco Evasio Pascale si è dato il via all’Operazione Murales. Più di 80 gli artisti italiani e stranieri che si sono riversati tra queste vie per dare forma a quell’intuizione che ha ridisegnato il volto del paese e insieme la sua anima.

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