venerdì,Marzo 29 2024

Cosenza e la serie D: un terribile déjà-vu

Nel 2003 ci si illuse che poteva liberare la città “dai padroni”. Invece iniziò un incubo lungo cinque anni dove il paradossale sostituì la realtà. Ora serve camminare con gambe proprie senza sperare di sopravvivere e di vincere con gli incassi al botteghino. Sossio Aruta segna per il Cosenza FC. Era la stagione 2004-2005 (foto

Nel 2003 ci si illuse che poteva liberare la città “dai padroni”. Invece iniziò un incubo lungo cinque anni dove il paradossale sostituì la realtà. Ora serve camminare con gambe proprie senza sperare di sopravvivere e di vincere con gli incassi al botteghino.

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Sossio Aruta segna per il Cosenza FC. Era la stagione 2004-2005 (foto mannarino)

La serie D è un campionato che ormai conosciamo tutti. Nel 2003 poteva rappresentare la novità assoluta e inizialmente fu accolta anche con grande entusiasmo. Molti erano convinti che l’inferno avesse liberato la città “dai padroni”, ma finita la sbornia iniziale, il Cosenza è restato imprigionato cinque anni nei dilettanti iniziando ad assimilare modi di fare e situazioni tipiche di queste categorie. A tre anni di distanza dall’ultima gara disputata in D, la speranza più grossa è di ripartire proprio da pagina 259 di Televideo perché le due alternative si chiamano Eccellenza e scomparsa del calcio. Fatto sta che, come per il massimo torneo regionale, anche per la D vale un discorso di fondo. Affrontare una stagione da comprimari non è qualcosa che può ricreare entusiasmo e far sì che divisioni apparentemente insanabili possano essere messe da parte: si getterebbero al vento solo i pochi soldi che qualche illuso investirebbe. Nel calcio non esiste la certezza matematica della vittoria, ma l’allestimento di una formazione competitiva aiuta molto in questi casi. Eppure per cinque anni si è vissuto in situazioni al limite del paradossale ed anche quando fu trasferito il titolo del Rende a Cosenza, i successi arrivarono soprattutto grazie all’afflusso del pubblico al San Vito. Se il passato deve insegnare qualcosa, allora deve farlo a 360°, ecco perché il compito di Occhiuto deve essere soprattutto rivolto al futuro. I soci (?) che comporranno la nuova dirigenza si spera siano autosufficienti. E del girone che dire, se non che sarà maledettamente triste assistere al peggiore dei déja-vù? In attesa di conoscere l’esito del Consiglio Federale e dei vari ripescaggi, la certezza è che nel girone I non si è iscritta la Forza&Coraggio Benenvento. Il girone dovrebbe annoverare probabilmente otto siciliane (Palazzolo, Licata, Marsala, Noto, Acireale, Messina, Nissa e il Modica in attesa dell’ok a tornare in D), sei calabresi (Hinterreggio, Valle Grecanica, Cittanova Interpiana, Sambiase, Acri e la Rossanese per la quale vale lo stesso discorso del Modica) e quattro campane (Sapri, Real Nocera Superiore, Casertana e Turris). Con ogni probabilità poi si procederebbe all’allargamento a 20 club con l’inserimento del Catanzaro, qualora non riesca ad iscriversi in Seconda divisione, e del Cosenza. Ciò, comunque, non è detto: anche Salernitana, Cavese e Battipagliese potrebbero far parte del raggruppamento più meridionale della D, implicando lo spostamento di Aquile o Lupi nel girone H. (cosenzachannel.it)

COSI’ LA SERIE D GIRONE I 2011-2012?
PALAZZOLO
LICATA
MODICA (?)
MARSALA
NOTO
ACIREALE
MESSINA
NISSA
HINTERREGGIO
VALLE GRECANICA
CITTANOVA INTERPIANA
SAMBIASE
ACRI
ROSSANESE (?)
SAPRI
REAL NOCERA SUPERIORE
CASERTANA
TURRIS
COSENZA???
CATANZARO???