‘Ndrangheta e politica a Castrolibero, ecco le motivazioni della Corte di Cassazione

Sono state pubblicate questa mattina le motivazioni della Suprema Corte di Cassazione sui ricorsi presentati dalla Dda di Catanzaro avverso il provvedimento del tribunale del Riesame di Catanzaro per le posizioni del consigliere regionale Orlandino Greco (difeso dagli avvocati Enzo Belvedere e Franco Sammarco), dell’ex vice sindaco di Castrolibero, Aldo Figliuzzi (difeso dall’avvocato Pasquale Naccarato) e di Mario Esposito (difeso dall’avvocato Antonio Gerace), ritenuto dalla Dda di Catanzaro presunto affiliato al clan “Rango-Zingari” di Cosenza. 

Come riportato in un altro servizio, gli ermellini avevano dichiarato inammissibili i reclami del procuratore capo Nicola Gratteri che, sebbene avesse avuto un pronunciamento favorevole circa la gravità indiziaria per il reato di corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso, contestava il mancato riconoscimento dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, sia in termini di gravità indiziaria sia per le esigenze cautelari.

La Suprema Corte ha giudicato allo stesso modo i tre ricorsi, evidenziando che essendo prerogativa della Cassazione valutare i ricorsi in termini di legittimità in diritto e non in fatto, non c’era possibilità di esaminare quanto sostenuto dalla pubblica accusa.

La palla passa ora alla Dda di Catanzaro che dovrà decidere se richiedere il rinvio o giudizio per gli indagati coinvolti nell’inchiesta di Castrolibero o prendere un’altra strada. Rimane aperta, processualmente parlando, il capo d’imputazione relativo alla corruzione elettorale aggravata dall’articolo sette, che riguarda in particolare modo Orlandino Greco.

Chiuso il quadro cautelare, ci si appresta dunque alla seconda fase. (a. a.)

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