Petrini e la storia infinita dell’omicidio di Luca Bruni

Per l’omicidio di Luca Bruni, la giustizia italiana ha già condannato in via definitiva quattro persone: il boss Maurizio Rango (ergastolo) e i pentiti Franco Bruzzese, Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti. Nel primo caso, parliamo di uno dei due mandanti, nonché colui il quale che lo ha sepolto, mentre nel secondo, terzo e quarto caso, si tratta rispettivamente del secondo mandante e dei due esecutori materiali dell’omicidio di mafia, avvenuto nel gennaio del 2012 nel comune di Castrolibero

Nel corso degli anni, però, la Dda di Catanzaro ha tirato in mezzo anche altre persone, legate alla cosca “Lanzino”, ad iniziare dal boss Ettore, finendo Francesco Patitucci e Roberto Porcaro. Ha più volte coinvolto anche Ettore Sottile, ma in questo caso – come in quello di Lanzino – sono arrivate due sentenze di proscioglimento. (LEGGI QUI LA NOTIZIA SULL’ASSOLUZIONE DI PATITUCCI)

L’omicidio Bruni e la posizione di Patitucci

Per quanto riguarda Francesco Patitucci e Roberto Porcaro, invece, la procura antimafia di Catanzaro aveva ottenuto la custodia in carcere, sulla scorta delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, quelli condannati in tutti i gradi di giudizio, giungendo fino al processo di primo grado, svoltosi col rito abbreviato, nel corso del quale Patitucci era stato condannato a 30 anni di carcere, mentre per Porcaro era scattata una sentenza d’assoluzione. 

Il processo d’appello, dinanzi alla Corte d’Assise di secondo grado, inizia il 14 marzo 2019. A presiedere il collegio giudicante è il presidente della seconda sezione penale della Corte d’Appello di Catanzaro, Marco Petrini, mentre il giudice a latere è Fabrizio Cosentino. E’ lo stesso magistrato di Foligno, sospeso dal Csm, a confermarlo ai pm della Dda di Salerno, Luca Masini e Vincenzo Senatore. L’omicidio di Luca Bruni, quindi, è al centro di un nuovo processo e sul piatto c’è tanta carne al fuoco.

Omicidio Bruni, Petrini risente i pentiti

Il collegio difensivo ottiene la riapertura dell’istruttoria dibattimentale, nel corso della quale vengono risentiti i pentiti. Tra questi, figurano Franco Bruzzese e Celestino “Claudio” Abbruzzese. L’ex capo degli “zingari” di Cosenza chiarisce che la decisione di eliminare Luca Bruni fu presa in una riunione dove Patitucci non c’era, mentre “Micetto” aveva aggiunto altri particolari, riguardanti la partecipazione al delitto del fratello, Marco. Tutti elementi, soprattutto quelli dichiarati da Franco Bruzzese, rispetto alla responsabilità di Francesco Patitucci, che avrebbero chiarito la posizione del boss del clan “Lanzino”, arrivando verosimilmente a una sentenza di assoluzione. 

Petrini si “accusa” anche l’omicidio di Luca Bruni

Tuttavia, la storia parla di un presunto accordo corruttivo tra il giudice Marco Petrini e l’avvocato Luigi Gullo, uno dei difensori di Patitucci. E’ lo stesso Petrini a spiegarlo, durante uno degli interrogatori in cui ancora accusava alcuni suoi colleghi della Corte d’Appello di Catanzaro di partecipare con lui alle trame corruttive e di far parte di una loggia massonica “coperta”, in violazione della Legge Anselmi. In buona sostanza, rispetto alla ritrattazione consumatasi per la posizione del giudice Fabrizio Cosentino, Petrini aveva dichiarato che si erano messi d’accordo, tra marzo e dicembre 2019, per far assolvere Francesco Patitucci, sotto corresponsione di una somma di denaro. Cosa che sarebbe avvenuta, secondo quanto emerge, per Petrini ma, all’improvviso, il 17 aprile scorso, il giudice di Foligno fa un passo indietro e dice di aver infangato i suoi colleghi, Fabrizio Cosentino e Domenico Commodaro.

Così, ai pm Masini e Senatore, rappresenta il caso Patitucci: «Escludo che il dottore Cosentino fosse parte dell’accordo corruttivo. Prendo atto di aver reso dichiarazioni contrarie il 25 febbraio 2020. Mi sento di escludere tale circostanza e comunque, ribadisco che egli nulla seppe della proposta che mi era stata rivolta dall’avvocato Manna», in riferimento al procedimento di Antonio Ioele «e che non fu invitato in alcun modo a partecipare alla spartizione della somma che avevo ricevuto». Secondo Petrini «i rapporti tra Cosentino e Salvatore Staiano erano normali ed inspirati a logiche di assoluta correttezza». Ed esclude di aver mai reso partecipe il giudice Domenico Commodaro tra lui e terze persone.

Ritornando al processo per l’omicidio di Luca Bruni, conclude: «La decisione del processo Patitucci trovava il suo fondamento nello svolgimento dell’istruttoria dibattimentale, durante la quale uno dei collaboratori di giustizia si era reso protagonista di una progressione dichiarativa», quella di Franco Bruzzese, «oltre che nell’affermazione dei principi giurisprudenziali in tema di chiamata in correità. Tra l’altro, vi era una sentenza definitiva che, per il medesimo omicidio, condannava altre persone». La sentenza arriva il 4 dicembre 2019.

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