lunedì,Aprile 29 2024

E’ di Verbicaro il carabiniere in pensione che ha ritrovato il corpo di Gioele

Il CorSera intervista il carabiniere in pensione Giuseppe Di Bello, originario di Verbicaro. E' il volontario che ha trovato Gioele.

E’ di Verbicaro il carabiniere in pensione che ha ritrovato il corpo di Gioele

Il Corriere della Sera ha intervistato il carabiniere in pensione che nei giorni scorsi aveva ritrovato il corpo del piccolo Gioele, scomparso insieme alla mamma, Viviana Parisi, circa 20 giorni fa in provincia di Messina. Parliamo di Giuseppe Di Bello che, come riporta il Corsera, è originario di Verbicaro, piccolo comune in provincia di Cosenza, situato nella parte alta del Tirreno cosentino.

Ecco come Di Bello ha trovato i resti del piccolo Gioele

«Avevo deciso di andarci da solo a cercarlo, tanta era la tristezza nel pensare a quel piccolo da solo in mezzo a quei boschi. L’appello del padre mi ha sollevato molto. Anche senza la sveglia, però, quella mattina alle 4 ero già sveglio. Ho fatto la notte in bianco, pensando a Gioele» ha dichiarato Giuseppe Di Bello al Corriere della Sera.

Le ricerche a Caronia Marina

«Quella zona del ritrovamento, più lato Palermo, la conosco perché vado spesso a funghi. E con la montagna ho un rapporto d’amore. Non conoscevo a fondo quella parte dove ho trovato Gioele» ha aggiunto il carabiniere di origini calabresi. «Ho iniziato a immaginare come la vedesse un bimbo di 4 anni: è rimasto solo li, poi si è allontanato pian pianino da dove hanno trovato la madre. Di notte non vedendo delle luci dal lato di Palermo, la luna, o le luci di Caronia Marina, si è diretto verso il mare. Poi ho capito da dove arrivasse quell’odore. Ho iniziato ad alzare la macchia di rovi che copriva il terreno con il mio falcetto che uso quando vado a funghi e li ho scoperto i resti».

Tra le varie ipotesi investigative c’è quella che il piccolo Gioele sia stato sbranato dai maiali neri. «Mi avevano detto che non c’erano. Io li ho visti liberi. Non sono pericolosi, ma se c’è una scrofa o un verro di quelli più grossi che si sente in pericolo e si trova il passaggio ostruito da un essere umano, ti aggredisce. Ma per difendere la prole» ha concluso Di Bello.

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