domenica,Maggio 12 2024

Livorno, boom di adesioni per l’azionariato popolare. A Cosenza l’idea c’è dal 2014

Livorno e Cosenza, due città distanti oltre settecento chilometri ma unite nella passione viscerale per la propria squadra di calcio. È proprio da questo principio che è partita l’iniziativa “Livorno Popolare“, diventata d’interesse nazionale nei giorni scorsi. Stante la situazione societaria nebulosa dei labronici, alcuni tifosi hanno formulato questa proposta di calcio popolare. Alessandro Colombini,

Livorno, boom di adesioni per l’azionariato popolare. A Cosenza l’idea c’è dal 2014

Livorno e Cosenza, due città distanti oltre settecento chilometri ma unite nella passione viscerale per la propria squadra di calcio. È proprio da questo principio che è partita l’iniziativa “Livorno Popolare“, diventata d’interesse nazionale nei giorni scorsi. Stante la situazione societaria nebulosa dei labronici, alcuni tifosi hanno formulato questa proposta di calcio popolare. Alessandro Colombini, membro dell’associazione e componente anche del collettivo Minuto 78, ci ha spiegato lo sviluppo: «È nato tutto da Francesco Bellanica, un ragazzo livornese che a Londra è diventato grande con una start-up di partecipazione collettiva sulle opere d’arte. Rientrato durante il periodo del lockdown, con Marco Bruciati (ex consigliere comunale e provinciale, ndr) hanno fatto partire quest’idea. Era un periodo – continua Alessandro – difficile per la società Livorno, fra l’arresto di Yousif e l’entrata del gruppo Carraro che non si è mai concretizzata». E stanno andando alla grande. Hanno manifestato il loro interesse anche il sindaco Luca Salvetti e gli ex amaranto Marco Amelia ed Emerson.

Boom in un giorno

Colombini ci spiega per filo e per segno cosa li ha spinti a tanto. «A Livorno, dopo gli ultimi eventi, c’è stato un disamoramento impressionante. Un po’ per alcuni comportamenti non impeccabili come l’allontanamento di Diamanti, Protti e del capitano Luci, un po’ perché la pandemia – specifica – non ci ha dato modo di assorbire al meglio la retrocessione». Ma è solo fuoco che cova sotto la cenere: «In ventiquattr’ore abbiamo siamo arrivati intorno alle millecinquecento adesioni, che è un numero pazzesco. Questo significa che l’amore verso la squadra non è spento, ma è vivo e duro a morire».

Azionariato popolare, le proposte dell’associazione

Colombini ci spiega anche le idee più importanti. «Viviamo su due punti focali – dice -. Il primo è che non prendiamo in considerazione un’azione di minoranza, perché a noi interessa decidere, non scegliere la divisa da gioco. Il secondo è la creazione di una scuola calcio gratuita». Sembra utopico, ma non è così. «Ogni decisione, ogni movimento – continua – è preso in maniera calibrata. Sappiamo benissimo quanto sia difficile getire una squadra come il Livorno esclusivamente con l’azionariato popolare, quindi abbiamo iniziato già a prendere contatti con alcuni imprenditori che possano essere interessati al 35, al 40 per cento. Sono quote importanti. Una parte di questo progetto è pensata per chi crede che si tratti di una carta vincente».

Da Livorno a “Cosenza nel Cuore”

A Cosenza c’è una realtà che da tempo prova a proporre l’azionariato popolare: si tratta di “Cosenza nel cuore“. Così il presidente, l’avvocato Antonello Aprile: «Abbiamo intenzione, dopo che le proposte del 2014 e del 2019 non hanno avuto risposte chiare, di continuare a portare avanti la nostra realtà. Insieme al Noif (“Nelle origini il futuro”, comitato che racchiude associazioni di azionariato popolare relative alle tifoserie di Milan, Roma, Torino e altre realtà, ndr) abbiamo contattato i ministeri preposti per chiedere una legislazione che favorisca l’inserimento di queste iniziative all’interno delle società di calcio».

Serve un avvicinamento

Il punto della questione, però, è quello degli introiti economici. Aprile ha le idee molto chiare. «Noi ci proponiamo per l’acquisto di una quota che possa essere dell’1, del 2, del 3 per cento, fino a un massimo del 10 – spiega -. Ma non è tanto questo il discorso. Far entrare un comitato come il nostro in società, infatti, servirebbe a creare un ponte coi tifosi e ad avvicinare sempre più gente al Cosenza Calcio». Insomma, anche in riva al Crati le idee ci sono. Diverse da Livorno, ma ci sono. «Se noi fossimo duecento, un’apertura di via degli Stadi permetterebbe l’ingresso di altre persone. Sarebbe una voce in capitolo all’interno della società e permetterebbe ulteriori ingressi. Spesso, però, l’azionariato popolare viene visto come una minaccia. Noi vogliamo spiegare – conclude Aprile – che non è così, ma che si tratta di una possibilità importante per tutte le parti coinvolte».