domenica,Maggio 19 2024

Di Donna: «Il Cosenza? Da solo non sarei all’altezza. Ma le società sono dei tifosi»

Ieri mattina il suo nome ha fatto il giro di tutte le chat di Cosenza. Luca Di Donna, proprietario dell’azienda quattropuntozero e main sponsor rossoblù, è stato investito da Paolo Fabiano Pagliuso come ideale successore di Eugenio Guarascio alla guida della società. «Ho ringraziato il presidente Pagliuso pochi secondi dopo la pubblicazione dell’intervista, ma –

Di Donna: «Il Cosenza? Da solo non sarei all’altezza. Ma le società sono dei tifosi»

Ieri mattina il suo nome ha fatto il giro di tutte le chat di Cosenza. Luca Di Donna, proprietario dell’azienda quattropuntozero e main sponsor rossoblù, è stato investito da Paolo Fabiano Pagliuso come ideale successore di Eugenio Guarascio alla guida della società. «Ho ringraziato il presidente Pagliuso pochi secondi dopo la pubblicazione dell’intervista, ma – spiega in esclusiva ai nostri microfoni – resta soltanto un attestato di stima nei miei confronti da parte di una persona alla quale guardo con ammirazione».

Di Donna e il Cosenza, cosa risponde alle parole di Pagliuso?

«Parto innanzitutto da un presupposto: io sono un tifoso del Cosenza. Questo è l’assunto principale, il motivo primario per il quale, già da tre anni, ho deciso di fare da sponsor. Detto ciò, bisogna specificare che le squadre di calcio sono aziende complesse. Da solo non sarei all’altezza di poter gestire. Ci vogliono degli specialisti, dei progetti da condividere con altre persone. E poi le società di calcio non sono né dei presidenti, né dei dirigenti, né dei soci: sono dei tifosi».

Azionariato popolare?

«Potrebbe essere una scelta: una società di calcio come il Cosenza, secondo me, va organizzata coinvolgendo gli artefici principali dei successi, ovvero i tifosi. Gli imprenditori servono solo per mettere un po’ di denaro e fare pubblicità alle proprie aziende, dando il contributo alla società sportive, ma senza i tifosi non si va da nessuna parte, come ci dimostra il momento attuale. Io, in questo momento, sto parlando esclusivamente da tifoso, anche per rispetto di chi, in questi dieci anni, ha tenuto in mano la società. Poi ha fatto le sue scelte e ha fatto i suoi errori. Ognuno la pensa come vuole, ma sarà Guarascio a decidere se mollare o andare avanti»

E se dovesse mollare?

«Si dovrà capire se c’è qualcuno disposto a elaborare un progetto serio, diverso da quello attuale che aveva dei limiti, palesatisi tutti quest’anno. Stiamo parlando di una società, ci tengo a precisarlo, che stimo e rispetto. Poi non sono d’accordo sulle scelte che sono state fatte, ma d’altronde è stato il proprietario a farle e se ne assume le responsabilità, nel bene o nel male. Certo, se si vuole continuare su questo percorso si può continuare con l’attuale proprietà».

Di Donna, ragioniamo per ipotesi: se altre persone dovessero chiederle di entrare in società per acquisire il Cosenza Calcio, lei cosa risponderebbe?

«Che va creato un progetto ex novo nel quale il tifoso dev’essere al centro. Dopo, solo dopo arrivano gli imprenditori che dovranno, ovviamente, prendere le redini della società e dotarsi di uno staff specializzato. Io, che sono un grande tifoso e andavo allo stadio sin da quando ero bambino insieme a mio nonno e mio padre, ovviamente non ho mai gestito una società di calcio. Bisogna circondarsi, lo ripeto, di persone navigate: senza avere alle spalle gente con le conoscenze giuste non si possono avere tanti benefici. Parlo ad esempio delle plusvalenze sui giovani: altrimenti si pensa di andare avanti solo a colpi di fortuna. C’è un punto fermo, però, che voglio sottolineare».

Cioè?

«Bisogna prima essere tifosi, poi, solo poi, imprenditori. Perché col calcio non ha mai guadagnato nessuno o, se l’ha fatto, l’ha sempre fatto in modo indiretto, con la visibilità che ti dà l’investimento in una società calcistica»

Parlando di futuro, la sua azienda sarà sponsor anche il prossimo anno?

«Voglio partire da un presupposto: devo ringraziare il Cosenza Calcio perché la sponsorizzazione mi ha dato un ritorno d’immagine importantissimo del quale sto raccogliendo i frutti, nonostante il periodo sia di grande difficoltà. Detto questo, non posso darle risposta: devo capire bene la programmazione che c’è perché gli scenari della Serie C sono diversi da quelli della Serie B. Valuteremo»