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Processo Bergamini, gli investigatori: «Isabella temeva che Denis volesse lasciarla»

Si è conclusa la seconda udienza del processo in cui è imputata l'ex fidanzata. Uno degli investigatori ha riferito sugli esiti della terza indagine

Processo Bergamini, gli investigatori: «Isabella temeva che Denis volesse lasciarla»

Si è conclusa prima delle 14 la seconda udienza del processo “Bergamini” che si tiene davanti alla Corte d’Assise di Cosenza, presieduta dal presidente Maria Lucente (giudice a latere Marco Bilotta). Nel corso della precedente udienza, il collegio ha ammesso i mezzi di prova delle parti, rigettando la richiesta di nullità del decreto che dispone il giudizio, avanzato dagli avvocati Angelo Pugliese e Rossana Cribari, difensori di Isabella Internò, imputata per omicidio volontario ed ex fidanzata di Donato Bergamini, deceduto nel novembre del 2019 nei pressi di Roseto Capo Spulico.

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Caso Bergamini, le ulteriori richieste di accusa e difesa

La pubblica accusa, rappresentata dal magistrato Luca Primicerio, ha chiesto l’acquisizione di una serie di documenti, quali le dichiarazioni rese in aula a Trebisacce dall’allora maresciallo Barbuscio che prima fermò la vittima e l’imputata lungo il tragitto in un posto di blocco e successivamente iniziò i primi rilievi sul luogo incriminato.

La difesa per quanto attiene alle trascrizioni del processo contro Raffaele Pisano, chiede di ripetere le operazioni. Non può essere acquisito l’atto di appello della procura generale contro Raffaele Pisano.

Per quanto riguarda le intercettazioni, gli avvocati difensori si riservano di indicarli nella prossima udienza. Il collegio deciderà su queste richieste il prossimo 30 novembre.

Conferito l’incarico per trascrivere un centinaio di intercettazioni

Il consulente tecnico, Nicola Zengaro, è il perito che trascriverà un centinaio di intercettazioni ambientali e telefoniche effettuate nel corso delle indagini dalla procura di Castrovillari. Zengaro si è riservato di consegnare tutto il materiale entro 90 giorni.

Collage di fotografie da far entrare nel processo

Il pm Primicerio ha chiesto alla Corte di acquisire un collage di foto riguardanti i luoghi in cui è deceduto Bergamini. Secondo la difesa, nel fascicolo proposto ci sono considerazioni personali dell’accusa che non possono essere inserite nel dibattimento. I difensori hanno chiesto di tener conto soltanto delle fotografie. La Corte, dopo la Camera di Consiglio, ha deciso di accogliere l’acquisizione delle foto con una serie di omissis relativi ai commenti contenuti nelle didascalie citate dai giudici.

Testa di Serpente
Il tribunale di Cosenza

Parla chi ha fatto le indagini

In aula è la volta di Ornella Quintieri e Pasquale Pugliese, entrambi della polizia giudiziaria di Castrovillari. «Il procuratore Facciolla ci ordinò di leggere tutti gli atti precedenti, quelli relativi al l’indagine archiviata. Così abbiamo fatto un piano di lavoro, con l’escussione di persone già sentite e di soggetti nuovi da ascoltare da parte della procura».

«Negli anni abbiamo valutato una serie di ipotesi: dal calcio scommesse al traffico di droga. E non solo: abbiamo valutato le circostanze relative alla Maserati e ovviamente alla relazione di Donato Bergamini con Isabella Internò». Poi l’ispettrice Quintieri riassume la vicenda giudiziaria, partendo dal processo per omicidio colposo ai danni di Raffaele Pisano, poi assolto.

Chi accompagnò Isabella Internò al bar di Mario Infantino

Durante la prima fase delle indagini, la polizia giudiziaria aveva acquisito la documentazione relativa al conto corrente bancario di Donato Bergamini, nonché le fatture per l’acquisto della Maserati bianca. In seguito, arrivò la prima consulenza tecnica del perito Coscarelli. In quel momento, gli investigatori erano interessati a capire chi fosse l’uomo che accompagnò Isabella Internò al bar di Mario Infantino. Si ipotizzò che fosse Luciano Conte, oggi marito dell’imputata, nonché ispettore di polizia, ma non fu lui a guidare l’auto. Nella seconda indagine, il cosiddetto “gruppo Zeta” scoprì che la Internò venne accompagnata da Mario Panunzio, uno dei soggetti arrivati nell’immediatezza dei fatti, come raccontato dal teste agli inquirenti.

Le interrogazioni parlamentari e la denuncia di Domizio Bergamini nel 1994

La prima indagine si conclude con un nulla di fatto. Raffaele Pisano, autista del camion, fu assolto sia in primo che in secondo grado, nonostante i ricorsi presentati dalla pubblica accusa. Della morte di Bergamini, si interessò anche la politica del tempo, con varie interrogazioni parlamentari.

Nel 1994, Domizio Bergamini, padre dell’ex calciatore del Cosenza, si recò in Questura a Cosenza, per riferire alcune notizie di sua conoscenza. La procura di Castrovillari richiede al gip di autorizzare alcune intercettazioni, cosa che avvenne. Le captazioni non partirono perché le persone da ascoltare in quei giorni si trovavano al mare.

Donato Bergamini

Caso Bergamini, la seconda indagine

Nel 2011, l’avvocato Eugenio Gallerani presenta un dossier alla procura di Castrovillari che chiede la riapertura delle indagini, iscrivendo a notizie di reato Isabella Internò e Raffaele Pisano. Il gip Annamaria Grimaldi autorizza i nuovi accertamenti, ma anche in questo caso si arriva a una nuova archiviazione del procedimento penale.

La terza indagine sulla morte di Denis Bergamini

Nel 2017, il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, accoglie la richiesta dell’avvocato Fabio Anselmo, difensore della famiglia Bergamini, e riprende ad indagare, setacciando la vita di Isabella Internò e soprattutto tentando di acquisire nuovi elementi dalle intercettazioni telematiche effettuate a carico di tanti ex calciatore e dirigenti del Cosenza calcio.

Le nuove acquisizioni della procura di Castrovillari

Gli operatori di polizia giudiziaria acquistino alcuni video Rai e le immagini del funerale. Tra gli elementi visionati anche l’agenda di Donato Bergamini e i frame del viaggio a Londra con Isabella Internò. L’ultima acquisizione riguarda l’intervista rilasciata a Camteletre, dove Denis diceva di amare la vita.

La carriera calcistica di Donato Bergamini

La polizia giudiziaria è partita dalle persone che conoscevano bene Donato Bergamini. Parliamo dei cittadini di Argenta. Lui iniziò a giocare nel Russi, sognando il grande palcoscenico. “Aveva tanti progetti per il futuro ed era ligio al dovere” ha detto Ornella Quintieri. «Voleva diventare un grande calciatore, era una persona gioiosa e goliardica da quanto ci hanno riferito i soggetti ascoltati». Nel 1985, l’allora ds del Cosenza calcio, Ranzani, lo porta in riva al Crati, dove incontra il portiere Luigi Simoni, con il quale condivide la casa per alcuni anni. Poi andò a vivere con Michele Padovano.

Michele Padovano e Denis Bergamini in una foto dell’epoca

I giocatori legati con Denis Bergamini

«Era legato a Luigi Simoni, Sergio Galeazzi, Claudio Lombardo e Michele Padovano» ha dichiarato Ornella Quintieri. «La notorietà non aveva cambiato Denis Bergamini, era rimasto quello di Argenta, un ragazzo che amava vivere e stava bene con tutti».

L’ultima intervista

La Corte d’Assise ha autorizzato la visione dell’ultima intervista di Donato Bergamini, dove diceva di assomigliare come stile di gioco a Marco Tardelli, uno dei campioni del mondo nel 1982 in Spagna. Denis condannava il razzismo e violenza degli stadi. «Non ho grandi hobby – affermava Bergamini – mi piace ascoltare musica di ogni genere». E sul futuro: «Cerco di dare sempre il massimo per salire poco alla volta i gradini». Infine il suo sogno: «Vorrei giocare in serie A, ma non è facile. Non tutti gli anni vengono ripetuti in maniera splendida. Per quanto riguarda la mia vita, non mi propongo niente. Posso solo dire che mi piace vivere».

Gli altri rilievi della procura di Castrovillari

«Denis Bergamini non manifestò mai il proposito di suicidarsi. Aveva ambizione e stava in armonia con i compagni» ha aggiunto Ornella Quintieri, riferendosi alle escussioni delle persone vicine all’ex calciatore del Cosenza calcio. Gli operanti hanno sentito tra 150-200 testimoni.

L’inizio della relazione tra Isabella Internò e Donato Bergamini

«La famiglia di Isabella Internò viveva a Roges di Rende e aveva una casa anche a Cavinia», località di Cetraro Marina. «La madre dell’imputata aveva un legame stretto con la figlia, c’era un rapporto confidenziale». Isabella Internò «frequentava spesso il cugino Pippo» nonché altri parenti residenti fuori la Calabria.

La procura di Castrovillari ha ascoltato anche le ex compagne di scuola di Isabella Internò. «Quando Bergamini arriva a Cosenza era già fidanzato con una ragazza, nell’ottobre del 1985 conosce Isabella Internò, tramite Luigi Simoni. Così lascia l’ex compagna e comincia la nuova relazione» ha riferito in aula Ornella Quintieri.

Le lettere alla ragazza toscana

L’inizio della relazione «era connotato da sentimenti molto forti, lei però non era sicura dell’amore di Denis nei suoi riguardi e temeva che potesse lasciarla» ha evidenziato l’operante dì polizia giudiziaria. «Denis aveva conosciuto anche un’altra ragazza della Toscana, a cui scriveva lettere affettuose».

Nell’ambiente scolastico della Internò «in tanti sapevamo del fidanzamento tra i due, era un fatto risaputo, visto Donato era un personaggio famoso». Inoltre, la testimone odierna ha affermato che «Isabella Internò guidava la Mercedes nera e sempre tramite escussioni è emerso che la donna aveva come aspettativa il matrimonio con lui». All’epoca l’imputata era minorenne. «Bergamini nei suoi progetti futuri non includeva mai Isabella Internò».

Bergamini in curva Sud

Il papà di Isabella era geloso della figlia

«La mamma di Isabella copriva la figlia anche davanti al padre di lei che invece era più geloso. Insieme a Donato era andata a Torino a trovare i parenti». Il 3 agosto del 1987 l’imputata scrisse una lettera all’ex calciatore: «Non vedo l’ora di rivederti, ripenso sempre alle giornate trascorse a Torino quando abbiamo dormito insieme».

La madre di Isabella accettava il rapporto della figlia con Donato Bergamini. «L’imputata andava agli allenamenti e vedeva le partite. Sempre dalle lettere si evince che i due avevano trascorso anche dei periodi soli al mare».

Caso Bergamini, alla ricerca del movente passionale

Il 1988 è la fase in cui i due, Isabella Internò e Donato Bergamini, iniziano ad avere i primi dissidi. La procura di Castrovillari in tal senso cerca di trovare riscontri sulla ragazza toscana, per la quale il giocatore mostrava interesse. La ricostruzione accusatoria, dunque, mira a far uscire il movente passionale, non avendo trovato alcun elemento circa il calcio scommesse e il traffico di droga. Elemento sentimentale che la seconda indagine aveva completamente escluso. È questo in definitiva il leit-motiv dell’udienza di oggi.

L’intercettazione di Tiziana Rota

La polizia giudiziaria ha riferito, tra le altre cose, le parole dette dalla testimone Tiziana Rota che una volta uscita dall’ufficio di procura di Castrovillari, sentì Isabella Internò, alla quale avrebbe detto il contenuto della sua deposizione. La seduta processuale è stata rinviata alla giornata di domani, quando riprenderà l’esame della poliziotta Ornella Quintieri.