sabato,Maggio 18 2024

Fuochi di San Marco, così il centro storico di Rossano torna a vivere e a essere comunità – FOTO E VIDEO

Musica, cibo e vino. Canti e balli alla luce dei falò: così il borgo bizantino si riappropria della sua tradizione dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia

Fuochi di San Marco, così il centro storico di Rossano torna a vivere e a essere comunità – FOTO E VIDEO

Ci sono la musica, il cibo, il vino. C’è un centro storico bellissimo che vive, anzi rivive, e ne puoi sentire i palpiti in ogni quartiere riunito attorno al suo fuoco. C’è il fuoco, appunto, che col suo riverbero nel buio della notte quel centro storico bellissimo lo rende ancora più affascinante. C’è, soprattutto, una tradizione che ritorna e tanta gente che corre ad abbracciarla. Il fuoco è quello del ricordo, di un passato lontano che a Rossano si fa presente ogni anno. È simbolo di tenacia, di resistenza ma anche di rinascita. Quelle che furono, nella notte del terribile terremoto del 1836; quelle che sono, dopo due anni di pandemia e di stop forzato a tutto quello che è la vita al di là della sopravvivenza.

Con i Fuochi di San Marco Rossano è tornata a respirare se stessa, in un unanime alito di normalità, a cantare e ballare sotto le stelle, a raccontare vecchie storie all’ombra di un falò, a scambiarsi cibo e sorrisi, a sollevare i bicchieri a un cielo nero che mai è più bello e rassicurante di così.

Al pomeriggio del 24 aprile i social sono già un pullulare di foto e brevi video che raccontano in diretta la frenesia dei preparativi. Una sfilza di pire pronte per l’accensione e gente indaffarata e contenta. Poi cala il buio e le fiamme salgono su. E arriva tutto il resto. Per le vie compaiono le chitarre battenti e bandiere mosse dal vento di primavera e si vedono file di piedi infilati in scarpe comode fare su e giù da una piazza all’altra, di vicolo in vicolo, con quella voglia di vivere tutto fino in fondo che abbatte ogni stanchezza.

C’è chi canta, chi si abbraccia, chi improvvisa balli di cui forse si pentirà l’indomani quando l’ebbrezza della festa sarà seppellita sotto ore di sonno. Ma tant’è, il bello è anche questo o forse soprattutto questo. Il sentirsi parte di un tutto, senza freni e inibizioni, senza pensare a un domani accucciato nel buio di una notte ancora lunga, e tutta da vivere.

La cronaca migliore della serata la fanno i rossanesi che sui social documentano la gioia del ritorno e noi la raccontiamo anche così questa serata, attraverso i loro occhi, gli sguardi di chi la rinascita l’ha costruita e nutrita ora dopo ora, di chi stanotte è andato a letto tardi e stamattina al risveglio – tardi, probabilmente e giustamente – riguarderà foto e video mentre prende il caffè. Perché è proprio questo il senso più profondo della festa: quello della condivisione, di una comunità che torna a essere tale. Dopo tutto, nonostante tutto.

(Per il video si ringrazia Carlo Mandolito)