martedì,Aprile 16 2024

Peste suina, la Calabria abbatterà 82mila cinghiali. C’è l’ok dalla Regione

Piano d'Intervento varato con un decreto firmato dal governatore Occhiuto che prevede di eliminare l’80% dei capi al fine «di garantire un progressivo depopolamento degli ungulati»

Peste suina, la Calabria abbatterà 82mila cinghiali. C’è l’ok dalla Regione

Una serie di misure per arginare la diffusione della pesta suina. È l’obiettivo alla base del Piano d’intervento approvato con decreto del commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.

Peste suina

Il provvedimento, concertato con l’assessorato regionale all’Agricoltura guidato da Gianluca Gallo, si è reso necessaria poiché anche in Calabria, come nel resto d’Italia, negli ultimi anni si è assistito ad un notevole aumento della popolazione di cinghiale (Sus scrofa), che ha provocato degli squilibri notevoli nell’ecosistema agro-silvo-pastorale del territorio e che da qualche tempo desta grande preoccupazione per l’impatto negativo, anche dal punto di vista sanitario, in riferimento alla possibilediffusione della peste suina africana. I dettagli sono contenuti in una nota stampa.

Il Piano della Regione

Più specificatamente, «tenuto conto del riconosciuto ruolo epidemiologico dei cinghiali nella propagazione della malattia, la Regione – si fa rilevare – ha programmato una serie di misure tese a consentire la gestione e il controllo dei cinghiali. Il Piano in questione, di durata quinquennale, si applica su tutto il territorio regionale (compresi i Parchi nazionali e regionali, Riserve regionali, foreste regionali, territori a caccia programmata, oasi di protezione, istituti faunistici, aree urbane e periurbane) ed integra i Piani di controllo e prelievo selettivo redatti da vari enti della Regione Calabria (Parchi nazionali e regionali) e Dipartimento Agricoltura, Risorse agroalimentari e Forestazione».

Il dca adottato prevede «l’abbattimento dell’80% dei capi indicati nel Piano, in numero di 82.000 unità, ai fini di un progressivo depopolamento degli ungulati. Inoltre, si demanda ai selettori ed ai cacciatori il monitoraggio delle attività, con invito agli stessi a voler segnalare ai competenti servizi veterinari il rinvenimento di ogni cinghiale morto (anche a seguito di incidente stradale) o carcassa parzialmente predata, ovvero di cinghiale abbattuto che mostrava ante mortem comportamenti anomali di qualsiasi tipo».