venerdì,Marzo 29 2024

«Avvocati di Cosenza unitevi, scelta condivisa per la guida dell’Ordine»

L'appello di Ornella Nucci agli altri venti consiglieri eletti insieme a lei sabato scorso e ora chiamati a indicare un nome per la presidenza

«Avvocati di Cosenza unitevi, scelta condivisa per la guida dell’Ordine»

Dopo giorni di silenzio, scelgo di affidare a questo scritto le mie riflessioni sulle sorti del prossimo Consiglio dell’Ordine, che, pur tra tante difficoltà, ritengo che solo le due forze che hanno vinto le elezioni abbiano il dovere di formare.
Scelta, che ho condiviso con tutti i Colleghi, che si sono candidati nella mia lista, e che nasce dal nostro consueto bisogno di chiarezza verso il Foro, che da più giorni si interroga, provando ad indovinare in favore di quale dei due Colleghi “si schiererà l’avv. Ornella Nucci”, definita, a torto od a ragione, “l’ago della bilancia”.

La domanda che insistentemente circola in questi giorni è: se darò il mio voto per la presidenza all’Avv. Vittorio Gallucci, “campione assoluto di preferenze”, assecondando le tante richieste di Colleghi che invocano la continuità con il recente passato; o se, invece, voterò in favore dell’Avv. Claudio De Luca, assecondando le altrettante richieste di Colleghi, che, invece, invocano un cambiamento, almeno parziale, rispetto al recente passato.

La risposta? Difficile, delicata, impegnativa e, per alcuni versi, imbarazzante, perché l’evoluzione del post elezioni sta disegnando uno scenario ben diverso. Mentre, infatti, l’intero Foro si sta sentendo autorizzato a chiamarmi per suggerire questa o quella soluzione, si rincorrono, in maniera sempre più insistente, voci secondo le quali qualcuno degli eletti starebbe già valutando la strada dei trasversalismi, che si vorrebbe anche facilitata dal voto con scrutinio segreto e non palese, diversamente da quanto accaduto nelle più recenti elezioni.

Ed è evidente che, se ciò dovesse essere vero, non sarebbe certamente il mio voto ad essere determinante nella conclusione di una partita che non è la mia e che è finita, purtroppo per loro (ed anche per me) in sostanziale pareggio per numero di Consiglieri.

Io rifuggo da questa idea di poca chiarezza e ritengo, invece, che, prima della seduta di insediamento del nuovo Consiglio, sarebbe auspicabile un leale e maturo confronto tra tutti, non essendo pensabile, né auspicabile, che si formi un Consiglio all’insegna della precarietà, che, per poter adottare una qualunque delibera, debba sempre essere a caccia dell’undicesimo consigliere, come accaduto nell’ultimo anno.

E penso che una soluzione concordata – fatta sulla scorta di un programma per i prossimi quattro anni e non finalizzata unicamente a sedere sullo scranno più alto del Consiglio – sarebbe espressione di grande democrazia e di alto senso delle Istituzioni, principi che dovrebbero prevalere su tutto, persino sui toni aspri della campagna elettorale appena conclusasi.

Su tali presupposti, infatti, qualunque soluzione condivisa – persino quella di una presidenza alternata, purché fatta alla luce del sole, o di un Ufficio di Presidenza espressione delle diverse coalizioni – sarebbe preferibile a quella di un Consiglio claudicante, che, senza avere la pretesa di essere facile profeta, temo rischierebbe di esporci, presto, a nuove elezioni.

Concludendo, caro Foro, il mio invito ai vincitori va nella direzione di una approfondita riflessione, capace di condurre all’adozione di soluzioni improntate a maggiore senso di responsabilità, che tengano conto che l’Avvocatura è una ed una soltanto. In mancanza, non v’è dubbio alcuno che, in sede di votazione, mi determinerò secondo scienza e coscienza, esprimendo il mio voto o decidendo di astenermi.

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