giovedì,Maggio 16 2024

L’INTERVISTA | Parla Rosaria Succurro: «Avanti con coraggio, so a cosa vado incontro»

Il sindaco di San Giovanni in Fiore si trova a L'Aquila per l'assemblea delle Province italiane e ripercorre con CosenzaChannel l'episodio di violenza di cui è stata vittima ieri

L’INTERVISTA | Parla Rosaria Succurro: «Avanti con coraggio, so a cosa vado incontro»

Rosaria Succurro risponde al telefono da L’Aquila, dov’è in programma l’Assemblea nazionale delle Province italiane. Quando stamattina si è messa in viaggio, aveva ancora nelle orecchie il rumore secco dei pugni sferrati sulla lamiera del cofano, mentre la sua auto si faceva spazio tra il gruppo dei facinorosi e guadagnava una via di fuga.

Il presidio era iniziato qualche ora prima. Nel frattempo, il sindaco presiedeva una riunione di giunta. «Non è stato facile lavorare in quel clima, dal cortile continuavano ad arrivare urla e ingiurie al nostro indirizzo». A protestare, quegli stessi ex percettori del reddito di cittadinanza che la porta del Municipio l’avevano varcata soltanto dieci giorni prima. «Eravamo rimasti d’accordo che sarebbero tornati per portare i loro curricula e io li avrei consegnati al Centro per l’impiego di Cosenza. Un sindaco più di questo non può fare».

Invece, si sono dati appuntamento davanti al Municipio e hanno sfogato tutta la rabbia che avevano in corpo. «Comprendo la disperazione di chi non ha un lavoro e si è visto togliere il sussidio, ma non tollero la violenza e non la giustifico».

Sulla mail di redazione, intanto, arriva la nota di Palazzo dei Bruzi: il sindaco Franz Caruso esprime solidarietà per l’accaduto. La polemica nata in seno all’Anci sembra evaporare. «In situazioni come queste le divergenze politiche non contano. Colpendo me, hanno colpito tutti i sindaci».

Il telefono non basta a camuffare lo stato d’animo. La voce si spezza e il pensiero corre ai due carabinieri che le hanno fatto da scudo, evitando il peggio. «Se non ci fossero stati loro a proteggermi, non so cosa sarebbe successo. Ero accerchiata da centinaia di persone, anche se non tutte avevano un atteggiamento violento».

La paura – naturale in situazioni del genere – finisce in un angolo: «Non si può fare il sindaco se non si ha coraggio, so perfettamente a cosa vado incontro e continuerò a svolgere il mio ruolo».

San Giovanni in Fiore ha storicamente fatto i conti con tassi di disoccupazione elevati. Gli scheletri dei palazzi raccontano storie di emigrazioni e di rimesse interrotte. I carrozzoni regionali, nel tempo, hanno rappresentato una valvola di sfogo. Come dimenticare l’esercito di operai idraulico-forestali, pronti a bloccare la statale 107 a ogni scadenza di contratto. Adesso che una misura assistenzialistica come il reddito di cittadinanza è venuta meno, puntualmente è tornata la protesta.

«Condivido la linea del Governo Meloni. La sospensione del sussidio ha riguardato soltanto gli occupabili. In Calabria, grazie al presidente della Regione Occhiuto, presto saranno attivati corsi di formazione in aziende importanti come Anas».

Rosaria Succurro rivendica i risultati ottenuti a San Giovanni in Fiore e le occasioni di lavoro create: «Abbiamo stabilizzato 104 Lsu e Lpu, assunto sei vigili urbani e otto assistenti sociali. Grazie ai finanziamenti ottenuti, 180 operatori socio-assistenziali sono entrati a far parte del welfare comunale. I 30 milioni di euro che arriveranno dal Pnrr ci consentiranno di aprire cantieri di opere pubbliche e impiegare nuova forza lavoro».

Gli impegni istituzionali chiamano e Rosaria Succurro si congeda con un’esortazione: «Invito i miei colleghi ad andare avanti, senza piegarsi mai alla violenza».