domenica,Maggio 12 2024

Pecoraro: «Facciamo la città unica. Ma parliamone, non vogliamo intestarci la battaglia del no»

Il segretario provinciale del PD di Cosenza lancia un messaggio al centrodestra. Intanto ha fatto pace con Iacucci e Bevacqua («Mi stanno dando una grossa mano»). Sulle amministrative via libera a Formoso a Montalto Uffugo

Pecoraro: «Facciamo la città unica. Ma parliamone, non vogliamo intestarci la battaglia del no»

Messo alle spalle il periodo caldo della paventata sfiducia nei suoi confronti, al punto perfino che la segreteria di Elly Schlein si interessò alla vicenda, Vittorio Pecoraro è alle prese con il nodo delle Amministrative di giugno 2024. Insieme agli altri dirigenti della federazione di Cosenza del Partito Democratico e ai consiglieri regionali ha trovato la quadra su Corigliano Rossano virando su Stasi, da cui aspetta un segnale di condivisione. Ieri ha incontrato il segretario di circolo cittadino di Montalto Uffugo, l’altro comune con popolazione rilevante al voto (23mila abitanti). Sullo sfondo, ma non tanto, la legge di fusione tra il capoluogo, Rende e Castrolibero che mercoledì sarà licenziata dalla I commissione regionale Affari Istituzionali. E’ su questo argomento che arriva la novità più grossa.

Segretario Pecoraro, è ancora in sella. Il pericolo sfiducia sembra superato ormai. Oppure è l’imminenza delle elezioni ad aver calmierato le acque e appianato le divergenze con Bevacqua e Iacucci?
«Ciò che non uccide fortifica. Al di là delle battute, penso che il PD stia marciando unito verso le elezioni amministrative e europee. In relazione alla mia persona penso che nessuno sia indispensabile, e che è necessario fare quello che si può con gli strumenti dati e nel tempo che abbiamo a disposizione. Per ciò che concerne i consiglieri regionali Bevacqua e Iacucci, riconosco che sia stato un errore non tenere in considerazione le loro istanze, a partire dal tema della mia segreteria provinciale. Le strade che portano all’autosufficienza sono sempre sbagliate. In ogni caso, ho avuto modo di incontrarli e riconosco che mi stanno dando un grande contributo insieme a tanti dirigenti per affrontare al meglio le prossime sfide elettorali».

Andiamo nel dettaglio, partiamo dalle Europee. Chi candiderà il Pd in Calabria? Pare che non ci sia nessuno ad accettare la candidatura di servizio…
«La legge elettorale per le elezioni europee è profondamente ingiusta, perché penalizza le regioni medio piccole in temini di popolazione. Ciò è particolarmente vero in alcuni collegi, come ad esempio nel mezzogiorno Campania e Puglia sono regioni avvantaggiate. Non è un caso, ad esempio, che la delegazione al parlamento europeo del mezzogiorno con le europee del 2019 è stata composta solo da campani. Nonostante ciò, siamo a lavoro per individuare candidature solide e competitive».

Argomento amministrative. Ci sono 64 comuni in provincia di Cosenza che andranno al voto. Sul più importante, Corigliano Rosano, la Federazione ha dato l’indicazione: sì campo largo su Stasi. Il circolo locale ha incassato il colpo.
«Non è nostra volontà superare o baipassare il circolo. Noi ci siamo limitati ad esprimere forte preoccupazione per la candidatura di Pasqualina Straface. Se Stasi vuole il nostro sostegno dovrà aprire al Pd di CoRo e promuovere un vero confronto politico programmatico. Ad oggi, posso dire che il dialogo non è stato ancora soddisfacente e produttivo. Domani incontrerò partner importanti della coalizione del centrosinistra e delle forze civiche, con i rispettivi livelli provinciali e regionali, per discutere il voto in tutti i 64 comuni. In questa sede rappresenterò la necessità di unirci contro la destra».

Ieri ha avuto un incontro allargato con il segretario cittadino di Montalto, Francesco De Luca. Dopo averci litigato per anni, sposerete Caracciolo e il suo (probabile) candidato Luigi Formoso? In ballo c’era anche il sostegno ad un uomo di sinistra come Emilio Viafora che vi aveva teso la mano tramite il nostro giornale…
«Il circolo PD di Montalto gode della nostra piena fiducia. Non ci interessa discutere del passato, conosco Luigi Formoso da 15 anni e mi riconosco nei suoi valori. Se sarà lui il candidato sindaco godrà del nostro pieno supporto, nel pieno rispetto delle sue prerogative civiche e di tutte le altre forze che lo vogliono sostenere. In riferimento alla figura di Viafora, riconosco in lui un altissimo rappresentate della sinistra sindacale con cui ho avuto modo di confrontarmi nelle scorse settimane. Ad ogni modo, non possiamo sostituirci al circolo che rimane l’unico interlocutore legittimato ad individuare la candidatura. Posso confermare che il percorso intrapreso non è nato in queste settimane ma costruito negli anni».

A Mendicino Francesca Reda, segretaria di circolo, ha annunciato settimane fa la sua candidatura. Avete convocato anche lei. Non sembra ancora in campagna elettorale a differenza dei suoi competitor, sviluppi all’orizzonte?
«Come detto per Montato e CoRo, scelgono i circoli a differenza della destra. Francesca Reda è la candidata indicata dal circolo del Partito Democratico di Mendicino. Ci siamo limitati a chiederle di allargare il più possibile il campo della sua coalizione. Lei non ha posto nessun personalismo, entrambi concordiamo che dobbiamo concorrere per vincere».

Venerdì lei ha partecipato ad un’assemblea di circolo a Cosenza da cui è scaturito un documento sulla città unica. Si continua a ribadire “siamo favorevoli, ma non con questa leggere regionale”. Pochi elementi di rottura, insomma. La sua posizione, tuttavia, qualcuno dice sia molto più morbida e possibilista. Sparigli le carte e ci dia il titolo di questa intervista…
«Facciamo la città unica. Sul tema della città unica dobbiamo precisare che questa deve rappresentare un orizzonte ineludibile per tutte le forze progressiste. Anche perché nei fatti la città unica esiste già. Sono consapevole, che essendo noi opposizione a livello nazionale e regionale, l’iniziativa legislativa spetta al centrodestra, ma l’impatto di questa decisione avrà effetti per i prossimi 50 anni. Si tratta di una scelta di carattere fondativo per la nostra comunità, che non può essere imposto da un colpo di mano della maggioranza. La destra si focalizza sullo strumento legislativo da utilizzare, noi sul merito. Se vogliamo fare davvero la città unica, sediamoci come rappresentati di tutte le forze politiche e discutiamo. Io, personalmente, sono contrario a questa proposta di legge regionale perché baipassa le comunità locali, impone una fusione a freddo con una prospettiva di breve termine e non valuta i problemi in concreto. Ad esempio, è necessario discutere quali comuni debbano far parte della città unica. Il modello Cosenza-Rende-Castrolibero lascia fuori diverse realtà attigue all’area urbana. In più, si consideri che esistono due problemi sul campo: per Rende e Castrolibero vi è il rischio che questa legge produca una mera annessione, disperdendo identità civiche di due realtà cosi importanti, danneggiandole anche dal punto di vista finanziario. Per Cosenza, invece, vi è il rischio che si continui a spostare verso nord l’asse dello sviluppo e dei servizi, spogliando il centro storico e l’area sud di qualsivoglia centralità. Penso che anche i comitati per il NO, che a breve chiederò di incontrare, pongano queste criticità. Mi preme solo ribadire che da parte del PD non c’è un no ideologico e non c’è un no a difesa di campanili e orticelli. Si è aperta una parentesi storica per discutere davvero del futuro dell’area urbana, non sprechiamola. Il partito democratico è pronto a fare la sua parte».

Se a settembre il centrodestra porterà, come dice, i cittadini alle urne, il Pd voterà sì o no alla città unica?
«Non facciamo politica con i se. Pensiamo che ci sia tempo e modo per non arrivare ad un voto meramemente estetico e consultivo su questo pacchetto a scatola chiusa. In ogni caso, ci dovrà essere una discussione nei nostri organismi e con i nostri iscritti, coinvolgendo anche i nostri rappresentanti istituzionali. A questa proposta di legge siamo contrari, ma non ci interessa intestarci la battaglia del No tanto per occupare uno spazio politico. Siamo per una discussione nel merito e ci saranno diverse valutazioni da parte dei cittadini anche in riferimento ad ogni singolo Comune».

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