sabato,Maggio 18 2024

Operaio di 46 anni muore sul lavoro in uno zuccherificio pugliese

Un'emorragia potrebbe essergli stata fatale mentre stava effettuando lavori di manutenzione al nastro trasportatore dello stabilimento

Operaio di 46 anni muore sul lavoro in uno zuccherificio pugliese

Nuovo incidente mortale sul lavoro. Un operaio di 46 anni, di Latiano, in provincia di Brindisi, è morto la scorsa notte mentre stava effettuando lavori di manutenzione al nastro trasportatore dello zuccherificio che si trova nella zona industriale della città pugliese. L’uomo potrebbe essere morto per un’emorragia.

L’operaio deceduto apparteneva a una ditta esterna. Era impegnato sul nastro trasportatore che porta lo zucchero direttamente dal porto della città all’impianto.

“Due vittime sul lavoro in Puglia nel giro di pochi giorni, 17 dall’inizio dell’anno senza considerare quelle in itinere: cosa aspettano le istituzioni a intervenire in maniera decisa, severa, concreta per fermare questa strage?”. Il segretario generale della Uil Puglia Gianni Ricci e il coordinatore territoriale Uil di Brindisi Fabrizio Caliolo intervengono così sulla la morte dell’operaio che segue al decesso di un lavoratore proprio il primo maggio, a Gioia del Colle.

“La Puglia – ricordano – si conferma tra le regioni a più alta incidenza di infortuni mortali nei luoghi di lavoro, ma nonostante le nostre proposte e sollecitazioni la politica è ancora incomprensibilmente ferma, a ogni livello istituzionale. Non può certo bastare una patente in cui la vita umana è valutata una manciata di crediti – sottolineano Ricci e Caliolo – servono interventi più incisivi. Forse è giunto il momento di creare una procura speciale che intervenga su quelli che a tutti gli effetti sono spesso omicidi nei luoghi di lavoro, occorre investire nell’assunzione di ispettori per incrementare i controlli al momento insufficienti, serve una stretta sulle aziende che non applicano le misure di sicurezza e i contratti collettivi sottoscritti dai sindacati più rappresentativi, lasciandole fuori dai bandi pubblici. Insomma, serve una risposta forte. Noi continuiamo a chiederci come avrebbe reagito lo Stato se tutte queste morti fossero state causate dalla mafia”.