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Caso Bergamini, Raisport: «Il movente dell’omicidio è il calcioscommesse» [VIDEO]

A poche settimane dalla riesumazione del cadavere di Denis Bergamini, morto il 18 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico, sembra che l’inchiesta della procura di Castrovillari vada avanti a passo spedito. E’ sempre Raisport a rivelare possibili elementi investigativi che, a dire della tv di Stato, escluderebbero la pista passionale e dopo quella della

Caso Bergamini, Raisport: «Il movente dell’omicidio è il calcioscommesse» [VIDEO]

A poche settimane dalla riesumazione del cadavere di Denis Bergamini, morto il 18 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico, sembra che l’inchiesta della procura di Castrovillari vada avanti a passo spedito. E’ sempre Raisport a rivelare possibili elementi investigativi che, a dire della tv di Stato, escluderebbero la pista passionale e dopo quella della droga, menzionata nei mesi scorsi, farebbero entrare nel vivo dell’indagine quella del calcioscommesse. Calcioscommmesse, tanto per capirci, significa accendere i riflettori sulla squadra e sulla società , se quanto riporta Raisport abbia un fondo di verità. 

Il procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla pare aver sentito in queste settimane super testimoni mai individuati negli anni scorsi che avrebbero fornito notizie utili alle indagini agli investigatori su un sistema di partite legate a un giro illecito finalizzato al calcioscommesse di allora.

Secondo quanto afferma Raisport, Bergamini avrebbe chiesto l’immediata cessione dal Cosenza, impedita di fatto da una sorta di clausola rescissoria del calcio dei quei tempi, chiamata ricatto: qualcuno del gruppo illecito di quel Cosenza avrebbe minacciato il giocatore di rivelazioni sulla sua vita privata, ovvero la frequentazione di donne legate a giri criminali.

 

Il 18 novembre del 1989 Bergamini – aggiunge Raisport – fu ingannato: in macchina, arriva in un posto dove ad attenderlo c’è qualcuno o forse più d’uno. Gli inquirenti ipotizzano un iniziale soffocamento di Bergamini con un sacchetto di plastica messogli attorno alla testa, e, una volta stordito, un colpo al fianco sinistro con un attrezzo per lavoro di edilizia. Poi l’agonia, e forse – si sospetta – nessun camion a schiacciarlo. E poi – conclude Raisport – la messinscena della morte.

Questo è quanto riportato nel servizio di Raisport, ma la nuova indagine coordinata dalla procura di Castrovillari con l’ausilio investigativo dei carabinieri, non può non tener conto delle precedenti testimonianze raccolte dal 2011 al 2015 dall’allora procuratore capo Franco Giacomantonio. Non può non tener conto perché all’interno di quel fascicolo, oggi a disposizione di Facciolla, ci sono tre dichiarazioni rese a sommarie informazioni che raccontano fatti chiari e finora mai smentiti da nessuno.

C’è Francesco Forte, il camionista che si ferma a una piazzola di servizio e quando decide di ripartire verso l’Adriatica, decide di far passare il camion di Raffaele Pisano per non farsi fermare dalle forze dell’ordine visto che sulla 106 Jonica erano frequenti i posti di blocco. E sempre Forte che pochi minuti dopo che arriva sulla scena dell’incidente e dichiara di aver visto Pisano disperato e di aver inciampato sul corpo di Bergamini. E prima di Forte c’è Rocco Napoli che rischia di mettere sotto l’ex centrocampista del Cosenza che cammina sul ciglio della strada, mentre sulla piazzola a destra c’è una macchina bianca, la Maserati, con dentro una ragazza, Isabella Internò. E infine Mario Panunzio, l’uomo pugliese che quel giorno partì da San Lorenzo Bellizzi per far ritorno a casa dopo aver trascorso un po’ di tempo con i parenti della moglie. Arriva nel punto in cui Bergamini è privo di vita, trova la Internò in lacrime e Pisano che dice di non averlo visto e di averlo investito. Poi aggiunge di aver accompagnato su richiesta della ragazza, la donna nel bar di Mario Infantino dove la Internò fa partire le telefonate per informare della tragedia la squadra.

Vi sono nuovi elementi che portano in un’altra direzione o forse il tutto rientra in una strategia investigativa. Staremo a vedere. (Antonio Alizzi)

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