giovedì,Maggio 30 2024

I matrimoni (non pagati) del clan di Cirò al “Castello Flotta”, arrestato il Cavaliere

Era noto in tutta la provincia di Cosenza e non solo per il contesto sfarzoso che regalava a coloro i quali decidevano di sposarsi a Mandatoriccio. Il “Castello Flotta” era sul mercato da oltre 20 anni, punto di riferimento di quanti volevano vivere un sogno in un castello. Sentirsi il Re e la Regina. Ma

I matrimoni (non pagati) del clan di Cirò al “Castello Flotta”, arrestato il Cavaliere

Era noto in tutta la provincia di Cosenza e non solo per il contesto sfarzoso che regalava a coloro i quali decidevano di sposarsi a Mandatoriccio. Il “Castello Flotta” era sul mercato da oltre 20 anni, punto di riferimento di quanti volevano vivere un sogno in un castello. Sentirsi il Re e la Regina. Ma stamane la Dda di Catanzaro ha fatto emergere un’altra verità. E per il Cavaliere Nicola Flotta sono scattate le manette. 

Secondo i carabinieri la struttura ricettiva era in mano al clan Farao-Marincola di Cirò Marina. Il Ros ha documentato tredici matrimoni di soggetti definiti intranei alla potente cosca cirotana. E il primo ad aprire la strada agli inquirenti fu il pentito Bumbuca. Il collaboratore di giustizia al pm Guarascio disse, in riferimento a Peppe Nicastri e Peppe “U Bandito”, che «Il matrimonio è stato fatto là e Peppe non ha tolto un euro per il matrimonio, non l’ha pagato, è stato offerto da quello là il matrimonio. Stiamo parlando di un matrimonio che c’erano forse 500 persone». 

Ma la luce si accende quando gli investigatori intercettano in carcere un colloquio tra Giuseppe Farao e suo nipote. Al centro della discussione una riscossione di denaro che sarebbe dovuta essere a carico proprio di Nicola Flotta, ma Giuseppe Farao avverte il parente stretto. «Gli devi dire vedi che ti ha mandato tanti saluti e basta, lui ti manda a dire di quello che tu… ti sente della famiglia… e basta….”, escludendo l’uso della forza “…e così bene, però non forziamo perché… quando si tira assai la corda, come tante persone, poi si spezzava invece si deve mantenere… omissis…e così si fa, l’arroganza mettetevelo in testa che non serve…”. Il che significava chiedere denaro a FLOTTA Nicola semplicemente spendendo il nome del capo-cosca Giuseppe FARAO (detenuto) dicendogli che “gli mandava i saluti”».

Un altro indizio, secondo gli inquirenti, è la conversazione captata di Francesco Tallarico. «Ah! Vedi che Nicola quello del castello mi deve dare 2000 euro ora che si sposa “tavulune”». E ancora: «C’ho già parlato con coso… ogni matrimonio che noi gli portiamo ci da 2000 euro». Così avviene quando Tallarico riesce a spostare con la minaccia un matrimonio dal Grand Hotel Balestrieri al “Castello Flotta”.

Per il gip a carico di Nicola Flotta si configura il reato del concorso esterno in associazione mafiosa dal 2003 ad oggi. (a. a.)

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