sabato,Giugno 1 2024

Pentito cosentino a processo per maltrattamenti in famiglia

Il gup del Tribunale di Castrovillari, in totale accoglimento delle richieste avanzate dalla procura di Castrovillari e dall’avvocato Francesco Nicoletti, difensore di fiducia della convivente del collaboratore di giustizia, parte civile costituita nel processo, all’esito della celebrazione dell’udienza preliminare a carico dell’imputato ne ha disposto il rinvio a giudizio dinanzi al Tribunale di Castrovillari in

Pentito cosentino a processo per maltrattamenti in famiglia

Il gup del Tribunale di Castrovillari, in totale accoglimento delle richieste avanzate dalla procura di Castrovillari e dall’avvocato Francesco Nicoletti, difensore di fiducia della convivente del collaboratore di giustizia, parte civile costituita nel processo, all’esito della celebrazione dell’udienza preliminare a carico dell’imputato ne ha disposto il rinvio a giudizio dinanzi al Tribunale di Castrovillari in composizione collegiale.

Pentito cosentino a processo, l’udienza preliminare

Nel corso dell’udienza preliminare la difesa dell’imputato aveva eccepito, per come riportato nel verbale d’udienza, la nullità della notifica dell’avviso della fissazione dell’udienza preliminare «atteso che, lo stesso, essendo collaboratore di giustizia, è domiciliato ex lege presso il Servizio Sociale di Protezione». La difesa del collaboratore, pertanto, aveva chiesto al giudice il rinnovo della notifica presso il Servizio Sociale di Protezione, in subordine il rinnovo della notifica secondo le modalità con la quale era stato notificato l’avviso della conclusione delle indagini.

Il Giudice, dopo essersi ritirato in camera di consiglio, ha rigettato le richieste formulate dalla difesa dell’imputato ritenendo valide le notifiche attesa l’elezione di domicilio presso il difensore e la cessazione del programma di protezione.

Le accuse al collaboratore di giustizia

Gravissimi i reati in contestazione al pentito cosentino: violenza sessuale in danno della compagna, la quale avrebbe subito violenza e minaccia di morte e di botte se si fosse rifiutata di avere un rapporto sessuale, costringendola in tal modo a subirlo. Maltrattamenti in famiglia con contestazione della recidiva perché con reiterati atti di vessazione e di violenza sia fisica sia psicologica maltrattava la convivente e segnatamente, pronunciava ripetutamente nei suoi confronti offese ed ingiurie, dicendole inoltre che la sua presenza gli procurava fastidio e che la odiava.

Secondo la tesi accusatoria, in una occasione mentre brandiva un coltello da cucina la minacciava di morte e in un’altra occasione, dinanzi ai carabinieri intervenuti, estraeva un coltello dal cassetto della cucina e dirigendosi verso la donna mimava il gesto di volerla colpire all’addome.

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