domenica,Maggio 19 2024

Occhiuzzi recida il cordone ombelicale con lo spogliatoio

Due concetti dopo la sconfitta di Brescia vanno ribaditi. Fungeranno da cappello a questo articolo. Il primo riguarda la posizione di Occhiuzzi: Guarascio non ha intenzione di metterlo in discussione. Il secondo riguarda lo stesso allenatore, che lavora al Sanvitino in un clima interno di serenità e condivisione di intenti. Tale fattore è da ritenersi un privilegio,

Occhiuzzi recida il cordone ombelicale con lo spogliatoio

Due concetti dopo la sconfitta di Brescia vanno ribaditi. Fungeranno da cappello a questo articolo. Il primo riguarda la posizione di Occhiuzzi: Guarascio non ha intenzione di metterlo in discussione. Il secondo riguarda lo stesso allenatore, che lavora al Sanvitino in un clima interno di serenità e condivisione di intenti. Tale fattore è da ritenersi un privilegio, considerati la classifica e il trattamento riservato ai tecnici che lo hanno preceduto dal 2011 ad oggi. Il campanello d’allarme, dopo la boccata d’ossigeno presa col Chievo, è tornato a suonare con una certa insistenza. Non tanto per la fisionomia della parte bassa della Serie B, ma per l’immagine spenta data di sé dal Cosenza.

Roberto Occhiuzzi, come è giusto che sia, difende le proprie idee che gli hanno regalato le soddisfazioni professionali che tutti conosciamo. Ha accettato, come spiegato la settimana scorsa, di mostrarsi elastico sul modulo passando al 4-3-1-2. Ha ribadito, tuttavia, che non avrebbe mutato i concetti. Il punto di domanda non riguarda la bontà di tali idee, ma se dopo 26 giornate non sia il caso di metterle da parte. E’ evidente che il gruppo non le abbia recepite e le motivazioni possono essere di carattere tecnico per alcuni, mentale per altri. Perché, guai a dimenticarlo, sono praticamente tutti in scadenza di contratto. E questo, checché ne dica Guarascio, in un modo o in un altro incide. L’unica vittoria maturata di recente è arrivata con un catenaccio vecchia maniera, badando al sodo e lasciando da parte fard e ombretto.

La forza iniziale di Roberto Occhiuzzi è stata quella di sentirsi parte integrante di uno spogliatoio che lo ha sostenuto con vigore. Anzi, ha caldeggiato la sua promozione ad allenatore una volta andato via Pillon. Si è posto da pari, dimostrando predisposizione al dialogo e alla comprensione. Oggi, tuttavia, gli si chiede uno step ulteriore. Per giungere alla salvezza, recidere il cordone ombelicale che lo lega allo spogliatoio è il primo passo da fare. Il credito concesso ad alcuni calciatori è esaurito, altri sarebbe bene farli rifiatare. In organico sono stati messi da parte elementi che scalpitano, a cui vengono ritagliati 15’ a partita. Perché?

Ad Occhiuzzi in questo frangente si chiede coraggio, lo stesso che ha dimostrato dopo il lockdown nel rigenerare un organico già retrocesso in Serie C. All’elasticità sul modulo, segua quella sui concetti e sulle scelte di formazione. Mancano poco più di due mesi alla fine della stagione e nulla è perduto, l’obiettivo unico da perseguire è la permanenza in cadetteria. Per tutto il resto ci sarà tempo, ma la realtà va guardata in faccia e affrontata diversamente.