Terme Luigiane, la Cisl: «L’avviso esplorativo è stato un fallimento»
Il sindacato Cisl Cosenza interviene sulla vertenza legata alle Terme Luigiane. Giuseppe Lavia chiede la salvaguardia dei posti di lavoro.
C’erano una volta le Terme Luigiane. Un compendio che dava occupazione a tanti lavoratori e garantiva a migliaia di persone cure e prestazioni di qualità. Un attrattore territoriale, una risorsa importante per il turismo e per lo sviluppo del territorio, nonché per la salute di calabresi e non, che dopo tanti anni, la scorsa estate, ha chiuso i cancelli.
Ad aprile di quest’anno, com’è noto, l’approvazione da parte dei Comuni di Guardia Piemontese e Acquappesa di un avviso esplorativo finalizzato a ricevere manifestazioni di interesse per la gestione dello Stabilimento Termale San Francesco e degli Uffici Amministrativi, unitamente a 40 l.s. di risorse minerali idrotermali, presenti nel complesso termale delle “Terme Luigiane”.
Dopo sette mesi ed una stagione saltata, dopo una prima fase in cui avevano manifestato interesse cinque ditte, oltre al danno la beffa: la determina del Comune di Guardia Piemontese n. 418 del 4 novembre u.s., mette nero su bianco il fallimento su tutta la linea di un’azione amministrativa che avrebbe dovuto rilanciare le sorti della struttura. Nella citata determina, infatti, si dà atto “della mancata presentazione di offerte entro i termini da parte degli operatori economici invitati”. In sostanza, il fallimento dell’avviso esplorativo e più in generale delle iniziative amministrative.
«Fermiamoci!», scrivono in una dichiarazione congiunta il Segretario generale dell’UST CISL di Cosenza, Giuseppe Lavia, e Gerardo Calabria, Segretario per le Politiche del lavoro della CISL cosentina. «Davanti al rischio che le Terme anche nel 2022 restino chiuse, occorre trovare soluzioni concrete. Fermiamoci! Rivolgiamo un appello al Presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, perché ponga in essere tutte le iniziative utili a salvare le Terme Luigiane, sia nell’interesse del territorio e dei lavoratori, sia per garantire ai cittadini le prestazioni che la struttura può erogare».