Non è Sanremo ma il Festival dei pentiti. A Cosenza «è uscita una nuova canzone…»

A Cosenza i pentiti pullulano. Un tempo criminali, oggi collaboratori di giustizia. Ma come reagiscono i gruppi cosentini una volta appresa la notizia che un loro (ex) compagno di “avventure” ha deciso di aiutare i magistrati antimafia, svelando le “malefatte” della ‘ndrangheta in salsa bruzia? Illuminante, in tal senso, è una conversazione telefonica tra un componente della famiglia Abbruzzese e Ivan Barone.

La conversazione telefonica sentita nel 2017

Siamo nel novembre del 2017 e la Dda di Catanzaro, attraverso la Squadra Mobile di Cosenza, sta già indagando sui clan della città, in particolar modo sul presunto sodalizio mafioso degli Abbruzzese “Banana”, ritenuti dagli inquirenti una delle sette cosche che compongono la presunta confederazione mafiosa cosentina, capeggiata dal boss Francesco Patitucci.

Secondo gli agenti della Polizia di Stato, Marco Abbruzzese chiama Ivan Barone per informarlo dell’esistenza di un nuovo collaboratore di giustizia. Gli investigatori ritengono che si parli del pentimento di Francesco Noblea, all’epoca imputato nel processo “Job Center“, per il quale è stato condannato a 10 anni di carcere per narcotraffico.

La reazione alla notizia di un nuovo pentimento

Durante la conversazione, esce fuori la frase criptica: «è uscita una canzone nuova…» a cui viene dato un titolo che riporta una bestemmia all’indirizzo del possibile collaboratore. La reazione di Barone? «Grazie compa, che questi poi ti vengono a prendere, non ti preoccupare», anticipando, seppur con tono ironico, le due inchieste che hanno interessato, tra gli altri, proprio Marco Abbruzzese: nel dicembre del 2019 “Testa di Serpente” e nel settembre del 2022 la maxi-inchiesta con oltre 200 indagati.

Chi è Francesco Noblea

Sebbene in una delle frasi lo “Struzzo” faccia il nome di un certo Luciano, che in teoria potrebbe essere collegato a Luciano Impieri, altro collaboratore di giustizia “fuoriuscito” dalla ‘ndrangheta cosentina e definito in epoca passata come il “piccolo Patitucci“, per la sua capacità di portare a termine le estorsioni, la Squadra Mobile di Cosenza indica Noblea come il personaggio oggetto della discussione.

Le dichiarazioni di Noblea, infatti, sono confluite già in diversi procedimenti penali. Da “Overture” a “Testa di Serpente”, fino alla retata coordinata dalla Dda di Catanzaro, all’inizio del mese di settembre del 2022. Dichiarazioni che sono servite in fase cautelari e dibattimentale a fare luce sulle posizioni, per esempio, di Alfonsino Falbo e Gianfranco Sganga, o recentemente su Roberto Porcaro, Maurizio Rango e altri esponenti di vertice della criminalità organizzata di stampo mafioso a Cosenza.

«Porcaro voleva farmi male…»

Tra i verbali resi ai pm di Catanzaro, spuntano anche episodi che hanno messo a repentaglio la sua vita. «Anche Noblea, infatti, scivola sulla tentazione del “sottobanco”, l’acquisto di droga da canali alternativi e, dunque, non autorizzati dai boss locali. Il primo caso lo vede a confronto direttamente con Roberto Porcaro». E ancora: «Mi aveva mandato a chiamare perché mi voleva “spezzare le gambe” in quanto ero andato a Napoli a fare una trattativa di soldi falsi e per acquistare una partita di cocaina, acquistai 50 grammi da Antonio Pandolfi vicino a Scampia, a casa mia ho le foto di questo soggetto» ha detto Noblea.

«Porcaro mi cercava in quanto a Cosenza questo non si poteva fare, ho trovato il coraggio e sono andato io a casa sua anche se avevo paura che mi ammazzasse di palate. Mi disse di non andare a prenderne più perché la “prossima volta ti facciamo male, questo accadeva dopo il 2013» ha concluso il pentito Francesco Noblea.

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