giovedì,Marzo 28 2024

«Gli ‘ndranghetisti usano covi semplici, qui il lusso nei bunker non esiste»

Parla il capitano Ivan D'Errico, comandante del gruppo "Cacciatori" di Calabria. Le differenze tra Cosa Nostra e Camorra

«Gli ‘ndranghetisti usano covi semplici, qui il lusso nei bunker non esiste»

Dalle grotte in Aspromonte ai bunker in pieno centro cittadino. Negli anni le abitudini degli esponenti della ‘ndrangheta, e le modalità di nascondersi durante i periodi di latitanza, sono cambiate. Quando i sequestri di persona rappresentavano ancora un’attività redditizia, in Calabria la tipologia dei covi in cui rifugiarsi per non essere trovati o per nascondere gli ostaggi era rappresentata appunto da grotte, cavità naturali, anfratti coperti di arbusti. Con il trascorrere del tempo, complici la fine dei rapimenti e l’istituzione dello Squadrone carabinieri eliportato Cacciatori Calabria, i segreti che il massiccio dell’Aspromonte era solito custodire hanno cominciato a venir meno, obbligando i latitanti a cambiare le proprie abitudini. E così hanno preso piede bunker e rifugi costruiti nelle aree urbane, all’interno di abitazioni.

«La Calabria ha una morfologia molto particolare e i latitanti hanno sempre sfruttato la conoscenza del loro territorio caratterizzato da zone montuose non facilmente raggiungibili», spiega all’Agi il capitano Ivan D’Errico, comandante dei Cacciatori, un reparto speciale nato il primo luglio del 1991 con sede a Vibo Valentia.

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