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Rende, dopo la cattura di Messina Denaro il magistrato Guido si racconta agli alunni del “suo” liceo Fermi: «Gli eroi non esistono» | VIDEO

Il procuratore aggiunto di Palermo originario di Cosenza "intervistato" al Garden dagli studenti di quella che fu la sua scuola: «Condividete con gli altri entusiasmi e sogni: vi servirà in qualsiasi lavoro, perché nella vita gli obiettivi si raggiungono insieme»

Rende, dopo la cattura di Messina Denaro il magistrato Guido si racconta agli alunni del “suo” liceo Fermi: «Gli eroi non esistono» | VIDEO

Un’intervista in piena regola, ma che esula dai canoni tradizionali dell’informazione. A prendere in mano il microfono sono stati gli studenti del Liceo Scientifico Fermi di Cosenza che hanno accolto un ospite d’onore: Paolo Guido, il procuratore aggiunto di Palermo che ha giocato scacco matto all’ultimo padrino di Cosa Nostra: Matteo Messina Denaro.

Alla richiesta pervenutagli dalla dirigente scolastica Angela Corso, ha risposto di sì con grande trasporto emotivo, considerato che proprio il Fermi fu la scuola nella quale si formò negli anni ottanta. «All’epoca – ha ricordato con un pizzico di commozione – era solo il Liceo di Via Molinella».

L’incontro ha attirato al cinema Garden di Rende l’intero corpo docenti e tutti gli alunni dell’istituto, che non si sono tirati indietro ed hanno cercato di carpire i segreti professionali e privati dell’uomo del momento per ciò che concerne il panorama giudiziario italiano.

Paolo Guido e il concetto di collettivo

Paolo Guido è entrato osannato dai giovani che vedono in lui un baluardo di legalità, un paladino della lotta alla mafia. Un simbolo di riscatto, per farla breve. «Quando facciamo il nostro lavoro nelle aule di giustizia non ci acclamano, non ci battono le mani – ha aggiunto -. Quindi per me è una novità».

Il procuratore ha posto subito l’accento sul concetto di squadra. «Questo mondo non è fatto di eroi, gli eroi non esistono. Esistono le strutture, esiste un’intelligenza collettiva, esiste uno stare insieme condividendo passioni, obiettivi ed idee. Solo in questo modo – ha spiegato – si raggiungono i risultati veramente importanti. Condividete con gli altri entusiasmi e sogni: vi servirà in qualsiasi lavoro, perché nella vita gli obiettivi si raggiungono insieme».

Paolo Guido: «Lo Stato ha dimostrato di essere più forte della Mafia»

Guido ha evidenziato come suo padre, anche lui uomo fedele servitore dello Stato, sia stato la sua fonte di ispirazione. Poi ha offerto uno spaccato del contesto sociale nel quale opera. «In Sicilia, come ancora altrove, la mafia continua ad essere attrattiva tra i ragazzi. Ci sono sacche di omertà che hanno consentito a Matteo Messina Denaro di rimanere latitante per 30 anni. Io non credo che abbia vissuto per tutto questo tempo nello stesso luogo dove è stato arrestato. Con ogni probabilità si trovava in quel posto da due anni, da quando ha scoperto di essere gravemente ammalato e da quando ha capito di non avere più una rete in grado di sostenerlo anche all’estero».

Il paragone offerto, è calzante. «La lettera – ha detto – l’ha posta nell’unico posto dove non si sarebbe cercata: sulla scrivania. Matteo Messina Denaro ha scelto una strategia intelligente: mi comporto normalmente, faccio una vita normale e nessuno penserà mai chi sia io realmente. Lo Stato, però, ha dimostrato di essere più forte della mafia, stanando una persona che probabilmente godeva della complicità di alcune fette della popolazione».

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