Il pentito Barone: «Vi racconto i reati commessi insieme a Danilo Turboli»
Il collaboratore alla Dda di Catanzaro: «Ci siamo quindi messi in macchina e pronti a dirigerci verso il luogo in cui avremmo dovuto sparare a scopo intimidatorio»
Prima presunti mafiosi, oggi collaboratori di giustizia. Le strade di Ivan Barone e Danilo Turboli si sono ricongiunte dopo aver commesso alcuni reati insieme. Lo racconta l’ex esponente del clan degi “zingari” di via Popilia. Barone, rispetto a un primo verbale dove spiegava cosa successe il giorno in cui il gruppo criminale apprese la notizia del pentimento di Celestino Abbruzzese, alias “Micetto”, aggiunge ulteriori dettagli.
«Rispetto a Danilo Turboli vi riferisco di aver programmato anche assieme a lui un danneggiamento a scopo intimidatorio. In un periodo che colloco all’incirca nell’inverno del 2019, ci siamo riuniti io, Danilo Turboli, Roberto Porcaro, Luigi Abbruzzese e Antonio Marotta “Capiceddra” nei pressi dell’abitazione di Luigi Abbruzzese e di lì ci siamo recati a piedi a prelevare una macchina (una Punto o una Panda, adesso non ricordo esattamente) in precedenza rubata dagli zingari dello stadio, ai quali Luigi Abbruzzese aveva fatto un regalo per utilizzare questa macchina)».
Il pentito ricorda le fasi successive: «Ci siamo quindi messi in macchina e pronti a dirigerci verso il luogo in cui avremmo dovuto sparare a scopo intimidatorio. In questo momento non riesco a ricordare esattamente se trattasi della stessa sera in cui abbiamo appreso della collaborazione di “Micetto“, sera nella quale eravamo diretti per l’intimidazione a Bisignano e ci siamo poi fermati) oppure di un’altra sera in cui c’eravamo riuniti per recarci ad eseguire un tentativo di estorsione ai danni» di un imprenditore cosentino tra Zumpano e Rovito. «In ogni caso io ero armato di una pistola calibro 7,65». Turboli conferma nei suoi verbali di aver avuto due-tre volte rapporti illeciti con Barone, oltre all’acquisto “sottobanco” di droga.