giovedì,Maggio 16 2024

Serie B, Lecco e Reggina sul filo di lana. Ieri sera mancavano stadio e bonifici

Alle 22, quando hanno chiuso gli uffici della Figc, per le due compagini non era ancora arrivato il via libera. Saranno guai se non hanno risolto tutto entro la mezzanotte di ieri

Serie B, Lecco e Reggina sul filo di lana. Ieri sera mancavano stadio e bonifici

Una scadenza perentoria. Questo è il concetto di base da cui partire. Ieri, 20 giugno, scadevano i termini per l’iscrizione in Serie B e l’ottenimento della conseguente licenza per la stagione sportiva 2023-2024. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport a rischiare principalmente sarebbero il Lecco e la Reggina, che da ormai sei mesi occupa le cronache dei giornali per vicende che non riguardano il campo.

Secondo la rosea il Lecco rischia di dover rinunciare alla B ritrovata dopo 50 anni per il problema stadio. Pare che l’unica soluzione percorribile fosse quella di Padova, ma la Prefettura non ha dato l’ok. La Lega B alle 21 ha chiuso gli uffici e questa mattina scoprirà se è arrivata la pec in tempo. Non sono ammesse deroghe. In caso di esclusione, per la città tutta sarebbe un shock vero e proprio e confermerebbe la necessità di una riforma che parta dalle strutture.

Contestualmente, questa mattina la Figc dovrà trovare tracce dei bonifici della Reggina effettuati entro la mezzanotte di ieri. E non si tratta di somme di poco conto. La società ha presentato in Lega B la documentazione richiesta, dalla fideiussione fino all’ultima carta, quella di assenza di debiti verso altri club. Sul portale della Federazione, però, alle 22 non c’erano i bonifici degli ultimi tre mesi ai calciatori (quasi 4 milioni) e anche i pagamenti (circa 3 milioni) dei 5 mesi di Inps e dei 4 di Irpef del 2023 (quelli che avevano portato al -5). Per questi ultimi con il Tribunale era stata concordata la scadenza al 30 giugno, data stabilita anche per i famosi 757 mila euro del piano di ristrutturazione, garantiti da fideiussione ma (pare) non pagati in attesa del 30. Il rischio è che si apra l’ennesimo contenzioso, perché la scadenza è perentoria. 

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