martedì,Maggio 21 2024

Rende, i commissari revocano la concessione del palazzetto dello sport

Gioffrè, Correale e Albertini hanno richiamato nel provvedimento la relazione antimafia che ha portato allo scioglimento del Comune, evidenziato morosità nel pagamento dei canoni e il mancato completamento dell'agibilità

Rende, i commissari revocano la concessione del palazzetto dello sport

I commissari prefettizi della città di Rende, Santi Giuffrè, Rosa Correale e Michele Albertini, con la deliberazione straordinaria numero 220, hanno revocato la concessione del Palazzetto dello Sport in contrada Tocci. L’atto è stato firmato il cinque dicembre e pubblicato sull’albo pretorio. Le verifiche, effettuate con i poteri della giunta, hanno portato alla rescissione del contratto stipulato nel 2021 con l’Asd Palastport Europa.

I commissari si sono rifatti all’articolo 145 comma 4 del D.lgs n.267/2000 in base al quale è stabilito che «nei casi in cui Io scioglimento è disposto anche con riferimento a situazioni di infiltrazione o di condizionamento di tipo mafioso, connesse all’aggiudicazione di appalti di opere o di lavori pubblici o di pubbliche forniture, ovvero l’affidamento in concessione di servizi pubblici locali, la commissione straordinaria procede alle necessarie verifiche con i poteri del collegio degli ispettori. A conclusione degli accertamenti, lo commissione straordinaria adotta tutti i provvedimenti ritenuti necessari e può disporre d’autorità la revoca delle deliberazioni già adottate in qualunque momento e fase della procedura contrattuale, o la rescissione del contratto già concluso».

Nella delibera i commissari fanno riferimento alle vicende della procedura di gara e del successivo affidamento in concessione, già oggetto di particolare attenzione nelle relazioni del Prefetto e del Ministro dell’Interno «da cui emerge la sussistenza di plurime illegittimità, da considerarsi, per diverse ragioni, sintomatiche e correlate a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento della criminalità organizzata». Le attività ispettive che sono sfociate nel provvedimento di scioglimento dell’Ente, come noto, hanno rilevato una complessiva condizione di agevolazione da patte dell’Amministrazione Comunale rispetto agli interessi pervasivi della criminalità organizzata nel settore dei contratti e delle concessioni pubbliche e ciò, anche, per effetto di presunti accordi di natura pre-elettorale in base ai quali, la stessa concessione del Palazzetto dello Sport, doveva costituire la contropartita dell’appoggio elettorale fornito dalle cosche in occasione delle elezioni comunali. A questo punto la commissione evidenzia che «la concessione è avvenuta in favore di un’associazione il cui legale rappresentate è legato da vincoli di parentela ad esponenti apicali della locale criminalità».

I riferimenti alla relazione che ha portato all’insediamento dei commissari sono molteplici. Fanno riferimento innanzitutto ad una stima erronea e ad un valutazione sbagliata nell’indicazione del valore di contratto nell’affidamento. Si legge che «il valore contrattuale è stato fissato in 106.575 euro da corrispondere in cinque anni», mentre «il valore della concessione fissato dal disciplinare è di 710.500 euro». Gli altri riferimenti riguardano nell’ordine:

  • la violazione dei principi di economicità ed efficienza dell’azione amministrativa, nonché delle norme in tema di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. Vale a dire la sottostima del canone posto a base di gara
  • l’omessa richiesta dell’informazione antimafia
  • la mancata previsione di adeguati requisiti di idoneità professionale, di capacità economica e finanziaria e tecniche professionali
  • le accertate omissioni nella fese di controllo sui requisiti in violazione dell’articolo 80 del D.lgs. 50/2016
  • l’omessa costituzione di alcuni polizze assicurative
  • la violazione delle norme in tema di progettazione di lavori pubblici e validazione del progetto

Basta così? Nemmeno per sogno, perché nella delibera firmata dai tre commissari si fa presente che «oltre alle numerose irregolarità accennate dalla Commissione d’accesso e approfondite nella relazione del Collegio Ispettivo con riferimento alla predisposizione della documentazione di gara e alla gestione del relativo procedimento, ulteriori e gravi inadempienze e irregolarità sono state riscontrate anche nella fase di gestione del contratto che tuttora, per buona parte, persistono senza che ne sia scaturita la risoluzione del vincolo negoziale o quantomeno l’applicazione, a carico della concessionaria, di una penale». In particolare si evidenziano le seguenti gravi inadempienze oltre ad altre contestazioni formulate a carico della concessionaria:

  • il mancato pagamento dei canoni coneensori per le animatiti 2022 e 2023
  • il mancato completamento degli adempimenti amministrativi per l’acquisizione del certificato di agibilità e di prevenzione incendi della struttura
  • l’omesso pagamento delle utenze idriche per l’annualità 2022 ed elusione della Tari

Alla luce di tutto ciò, nella delibera Gioffrè, Correale e Albertini aggiungono che «anche con riferimento alle situazioni di infiltrazione o di condizionamento di tipo mafioso connesse all’aggiudicazione e gestione della concessione in esame, si delinea un quadro di grave compromissione dei principi costituzionali di legalità, buon andamento e imparzialità dell’azione amministrativa e si impone l’esigenza di un immediato ripristino delle condizioni di corretta e sana gestione dei beni pubblici». Per questa motivazione i cancelli del Palazzetto dello Sport resteranno chiusi e il contratto di affidamento è stato strappato.

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