Europee, l’Arbëria vuole poter eleggere un proprio rappresentante a Bruxelles
Il Movimento federativo delle minoranze linguistiche Nuova Arbëria ha presentato ricorso al Tribunale di Castrovillari perché la legge elettorale è discriminante. Nel mirino anche lo sbarramento del 4%
Lo sbarramento del 4% e l’esclusione dall’essere minoranza etnica riconosciuta dalla legge elettorale – al pari dei francesi della Val d’Aosta, dei tedeschi della provincia di Bolzano e degli sloveni del Friuli Venezia Giulia – sono elementi discriminanti. È quanto ritiene il Movimento federativo delle minoranze linguistiche Nuova Arbëria che ha presentato un dettagliato ricorso al tribunale di Castrovillari, dove nei giorni scorsi si è tenuta una prima udienza.
Sarà quindi il collegio della sezione civile a stabilire se rimettere il fascicolo alla Corte di giustizia europea sulla base del diritto delle comunità arbëreshe di «esercitare il voto libero, uguale, personale e diretto nonché di candidarsi così come garantito dalla Costituzione italiana».
Con il ricorso, che si pone come obiettivo la modifica della legge elettorale, si chiede sostanzialmente parità di diritti e quindi la possibilità di eleggere un proprio rappresentante al Parlamento europeo.
Se ne riparlerà in una prossima udienza già fissata per il prossimo 7 febbraio, in nome e per conto di circa 40 mila italoalbanesi che vivono prevalentemente in Calabria – ed in provincia di Cosenza – ma anche in Abruzzo, Campania, Basilicata, Puglia e Sicilia.
Il ricorso è stato redatto dall’avvocato Vincenzo Besosti, già senatore della Repubblica, da tempo impegnato nella battaglia a tutela dei valori della costituzione italiana in rapporto alle leggi elettorali. Tra i patrocinatori del ricorso ci sono anche i sindaci di Acquaformosa e Lungro, Gennaro Capparelli e Carmine Ferraro ed i legali Emanuela Capparelli ed Enzo Paolini.