La nonna cosentina emigrata a Toronto racconta la Calabria in un podcast già cult – VIDEO

Nonna Rita ha l’aria pratica delle donne del Sud, quelle abituate a risolvere i problemi con due parole e tanta forza nelle braccia. Della Calabria ha voluto tenere tutto: la lingua, i modi, la cucina, e se si tratta di friggere, non si tira indietro. Poco importa se tra lei e la sua Cosenza s’allarga l’immenso Atlantico. Su quella rotta gli italiani hanno costruito fortune e generazioni, saghe familiari divenute non di rado spunti per il cinema e la tv.

Per capire i calabresi d’emigrazione, basta seguire il loro sguardo lucido mentre parlano del passato, dell’infanzia immersa nelle campagne. Nonostante la malinconia sono grati alla terra che li ha accolti. Il Canada non ha il profumo delle zagare d’estate o dei pomodori maturi a giugno o il calore del sole che bacia sulla bocca già in primavera, eppure nei decenni s’è un po’ scaldato grazie alla gente del Sud che lì ha messo radici. Come Rita che, un giorno lontano, ha fatto le valigie dal suo casolare a Zumpano ed è atterrata Oltreoceano.

Spigliata e sorridente, e con grandi doti comunicative, ogni settimana macina nuovi follower sulla pagina Instagram a lei dedicata. Un microfono, il tavolo della cucina, e tante cose da dire che ora possono viaggiare veloci. Tanti anni fa, Rita lasciò la città dei bruzi con la famiglia, per raggiungere il cognato che abitava a Toronto ormai ambientato nel popoloso quartiere che ospita tanti calabresi emigrati e che parlava di una vita migliore, con più possibilità. Lì ha messo nuove radici, imparato l’inglese («’na picca»), ma l’inflessione cosentina non l’ha mai persa e il dialetto resta la sua lingua del cuore, quella con cui si esprime correntemente. Suo nipote Frank Mojo, al secolo Francesco Muoio, musicista (ha vinto di recente il premio Eccellenza artistica promosso dall’Heritage Calabria) e tanto affezionato all’anziana nonna, ha pensato non solo di dedicargli le sue canzoni, ma di lanciarla nel mondo del web attraverso un podcast che viaggia via Instagram e YouTube, dal titolo “Nonna knows best” (cioè “Nonna lo sa meglio”) che sta raccogliendo sempre più consensi. A settembre scorso, nonna e nipote sono stati anche premiati al teatro Rendano di Cosenza per Terra Mia Show ricevendo l’abbraccio dei tanti spettatori raccolti in platea.

«Due piselli in un baccello»

Nonna e nipote sono come «due piselli in un baccello», dice lo stesso Francesco che è comparso nella cover di City Life, una rivista canadese, in posa con l’adorata parente per un articolo dedicato ai nonni e alla loro influenza positiva sulla crescita dei nipoti. Il giovane dice di aver mangiato tanti piatti di pasta ascoltando i racconti di Rita e della sua vita a Cosenza, fino a quando ha capito che quelle storie potevano essere materiale buono per la Rete. Il debutto di Nonna Rita nel mondo del podcast è stato caloroso.

«Quando siamo arrivati qui in Canada abbiamo fatto tanti sacrifici – racconta lei in dialetto cosentino, perfettamente a suo agio davanti alla telecamera -. Con mio marito non parlavamo neanche una parola di inglese, ma ho cominciato a darmi da fare subito: io lavoravo di giorno, lui di notte, ci vedevamo solo il sabato e la domenica».

Suo nipote le chiede che difficoltà ha avuto con la lingua. «Io parlo inglese, a little bit, non assai, perché ‘cca a Toronto c’erano tanti italiani… non è che non abbiamo voluto imparare, ma non ce n’è stata la necessità». Per le feste di Natale, nonna Rita ha raccontato i piatti tipici di Cosenza, specie i dolci («i susumiaddri, i turdiddri») mettendosi ai fornelli, e spiegando ai webnauti cos’erano per lei le feste quando era piccola: «La notte di Natale ci davano due noci e una mandarina, ma eravamo felicissimi».

Ogni venerdì Frank “Francesco”, pubblica una nuova puntata del podcast che vede già quasi duemila follower ed è in crescita. La saggezza antica di nonna Rita, il suo amore per una terra ormai lontana, sono una ricetta vincente quasi come quella originale dei cuddruriadri (la cui pronuncia in calabrenglish non è così male) che ha offerto a tutti i navigatori della Rete e il cui profumo la notte dell’Immacolata ha viaggiato da Toronto fino a Cosenza, andata e ritorno.