lunedì,Aprile 29 2024

Paola, l’ospedale “cammina” anche grazie ai medici cubani

Le attività di Ortopedia-traumatologia proseguono a pieno regime, il direttore del reparto: «Ora l’emergenza/urgenza è garantita anche di notte»

Paola, l’ospedale “cammina” anche grazie ai medici cubani

Nonostante situazioni paradossali, come ad esempio l’intervento dell’elisoccorso per trasferire una paziente da un ospedale all’altro tra quelli che insieme compongono lo “spoke” Paola-Cetraro (distanti circa 22 km), dal nosocomio paolano giungono notizie confortanti dal reparto di ortopedia e traumatologia.

Sebbene minacciato dal nuovo piano di riordino della rete ospedaliera, che prevede lo spostamento della divisione di chirurgia in un’altra sede, il reparto diretto dal dottor Massimo Candela ha ripreso pienamente le attività grazie all’arrivo dei medici cubani. Questi ultimi hanno contribuito a ripristinare un programma operativo completo, anticipando persino il programma per ridurre drasticamente le liste d’attesa deliberato di recente da Antonio Graziano, direttore generale dell’Asp cosentina, che ha consentito l’accesso alle cure anche nei fine settimana.

Tuttavia, i confortanti progressi ottenuti grazie all’aumento delle risorse umane potrebbero rivelarsi temporanei. Alla scadenza delle convenzioni con i medici sudamericani, c’è il rischio di un ritorno alle vecchie criticità. Le attuali condizioni, emerse dagli ambiti concorsuali, non permettono un adeguato ricambio di personale medico, mettendo a rischio i risultati finora ottenuti.

Il direttore dell’Unità Operativa Complessa “Ortopedia-Traumatologia” del nosocomio paolano, Massimo Candela, ha ringraziato la direzione strategica e il presidente Occhiuto «per aver avuto l’intuito di salvare i reparti in tutta la Calabria con l’arrivo dei colleghi cubani».

Il camice bianco operante a Paola, ha sottolineato che senza l’aiuto dei medici sudamericani, l’anno scorso il reparto di ortopedia non riusciva più a garantire l’emergenza/urgenza notturna, «servizio che con l’arrivo dei colleghi sudamericani è stato ripristinato per l’intera azienda ospedaliera cosentina».

Candela ha evidenziato che «nonostante i cambiamenti positivi, bisogna considerare il futuro quando i medici cubani partiranno, visto che le risorse per sostituirli sono molto limitate». Infatti, recenti concorsi hanno mostrato una carenza di dirigenti medici ortopedici, e le università non stanno formando abbastanza specialisti per coprire il fabbisogno futuro. Si auspica quindi che l’abbandono dei medici cubani avvenga il più tardi possibile per evitare di ritrovarsi nelle stesse condizioni critiche di prima.