lunedì,Giugno 17 2024

Mancini: «La viabilità di Cosenza risente ancora della distruzione del Viale»

Il dirigente democrat interviene nel dibattito innescato dal traffico generato dai cambi di senso di marcia decisi insieme all’abbattimento della rotatoria su viale della Repubblica

Mancini: «La viabilità di Cosenza risente ancora della distruzione del Viale»

«E’ proprio vero che spesso i cittadini sono più avanti di chi li amministra» così in una nota Giacomo Mancini, parlamentare socialista della XIV e XV legislatura e membro della direzione del Pd Calabria. «Quando infatti ognuno di noi in questi giorni si è trovato imbottigliato nel traffico cittadino, reso ancora più congestionato dai cambi di senso di marcia decisi insieme all’abbattimento della mini rotatoria su viale della Repubblica, in molti, tra una imprecazione e una mala parola, abbiamo pensato – continua Mancini alla vera causa che ha dato inizio alla difficolta di circolazione a Cosenza: la distruzione di viale Giacomo Mancini»

«Ed è proprio nel momento di maggiore impazzimento del traffico che è iniziata a girare in rete la foto d’epoca del viale non ancora del tutto completato, ma già funzionale e risolutivo nella sua funzione di asse attrezzato nord-sud, che apriva anche collegamenti trasversali tra quartieri della città prima divisi e incomunicabili. Non c’è cosentino – prosegue Mancini – che non sia consapevole che la scellerata distruzione del viale, conseguenza dell’odio nei confronti di chi lo aveva pensato, voluto e realizzato, è stato il momento di cesura tra una città facilmente raggiungibile e velocemente percorribile e il caos attuale». 

«Il tema oggi quindi non può essere quello dello scontro davvero ridicolo tra chi rimpiange la ridicola rotonda e chi sostiene il suo ridicolo abbattimento. Ma il tema vero è quello di ripensare e ritornare ad una idea di città e di sviluppo armonico che è stata distrutta con una pervicacia cieca e che, adesso in perfetta continuità, non si vuole ripristinare, a causa dello stesso odio. I cosentini lo hanno chiaro. Gli inquilini del palazzo di ieri e di oggi no» conclude Giacomo Mancini.

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