mercoledì,Maggio 8 2024

Cosenza, la tua forza è il gruppo

Quattro reti, vittoria ai rigori e finale conquistata con merito. In città non si parla d’altro che di Parisi e soci e della creatura voluta, creata e plasmata da Stefano Fiore. Il rigore parato da Franza che ha spedito il Cosenza a Scandicci (foto mannarino) La città è nuovamente in fermento per i Lupi. Lo

Cosenza, la tua forza è il gruppo

Quattro reti, vittoria ai rigori e finale conquistata con merito. In città non si parla d’altro che di Parisi e soci e della creatura voluta, creata e plasmata da Stefano Fiore.

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Il rigore parato da Franza che ha spedito il Cosenza a Scandicci (foto mannarino)

La città è nuovamente in fermento per i Lupi. Lo dicono i fatti, lo testimoniano i supporters partiti ieri per colorare di rossoblù i sassi di Matera e lanciare un messaggio alla classe dirigenziale calcistica. Nelle categorie che contano si parla di calcio scommesse. In Serie D invece, una tifoseria si sposta in massa per raggiungere la sede di una semifinale playoff e spingere la propria squadra verso il sogno del ritorno fra i professionisti. Cosenza merita di più, e questa volta lo ha dimostrato. Sono tanti gli eroi di una giornata che ha regalato ai silani la finale di Scandicci. Tutti con una storia particolare qui a Cosenza. Uno di questi è Nunzio Franza. Un portierino classe 1993 che ha messo i guantoni sulla qualificazione contro Pomigliano e Sant’Antonio. Lo scugnizzo ha stretto i denti anche quando era criticato, quando qualcuno ha voluto un portiere nuovo di zecca senza poi corrispondergli il compenso pattuito. Nunzio ha tirato fuori gli artigli, si è allenato con professionalità e sul campo ha meritato una riconferma per la prossima stagione che gli sta davvero a cuore. Altro protagonista di ieri è il professore Romano. Il geometra rossoblù non ha vissuto un anno semplice. Ha rischiato in più occasioni di pagare la scelta di giocare in questa città quando è stato costretto a fare i conti con stipendi non pagati e promesse non mantenute. Ha chiuso la bocca rispondendo sul campo e ieri ha guidato il Cosenza alla vittoria. Ci preme anche menzionare Manolo Mosciaro. Il suo bottino di reti parla da solo. Noi però vogliamo ricordare che ha rinunciato ad ingaggi più sostanziosi, a proposte triennali e a programmi ambizioni per seguire il cuore. E’ stato criticato, e nel giorno in cui ha firmato per il Cosenza ha imparato a conoscere una dirigenza che in qualche occasione voleva forse anche disfarsi di lui senza intuire il valore calcistico e non solo che Manolo ha nello spogliatoio. Infine lasciateci spendere due parole per capitan Parisi. Una bandiera che non tramonta, che non conosce limiti e che in campo fa sentire muscoli, classe ed esperienza. Al fianco di questi giocatori, si muove una squadra che si è stretta intorno a Stefano Fiore ed ha deciso di parlare in campo. A loro, solo a loro e a chi li ha voluti in città, bisogna riconoscere il merito di aver tenuto Cosenza con il fiato sospeso e averla fatta esultare come non accadeva da tempo. Ognuno di loro ha messo un mattoncino in questo progetto che ha come collante Stefano Fiore e che è riuscito a resistere anche alle pressioni di chi continua ancora oggi ad accostare il proprio nome ai successi del gruppo, a prendere il merito di cose non fatte e a cospargersi di incenso. Buoni o cattivi? La distinzione è così netta che anche i più scettici sapranno da chi ripartire per non gettare alle ortiche il lavoro fatto fino ad ora. (f. p.)