domenica,Giugno 9 2024

BUFERA PRECARI ASP | Chiesta la misura interdittiva per Gianfranco Scarpelli. La difesa: «Interrogatorio non valido»

Il direttore del Reparto di Neonatologia si è avvalso della facoltà di non rispondere. I suoi legali, gli avvocati Guido Siciliano e Giovanni Spataro, hanno eccepito la nullità dell’interrogatorio di garanzia. «Capi d’accusa con omissis e parti oscurate». Chiesto inoltre al gip di Cosenza di astenersi dalla decisione per «”gravi ragioni di convenienza”». La procura

BUFERA PRECARI ASP | Chiesta la misura interdittiva per Gianfranco Scarpelli. La difesa: «Interrogatorio non valido»

Il direttore del Reparto di Neonatologia si è avvalso della facoltà di non rispondere. I suoi legali, gli avvocati Guido Siciliano e Giovanni Spataro, hanno eccepito la nullità dell’interrogatorio di garanzia. «Capi d’accusa con omissis e parti oscurate». Chiesto inoltre al gip di Cosenza di astenersi dalla decisione per «”gravi ragioni di convenienza”».

La procura di Cosenza ha avanzato richiesta di misura interdittiva anche nei confronti di Gianfranco Scarpelli, ex dg dell’Asp di Cosenza, e attuale Direttore del reparto di Neonatologia all’Annunziata di Cosenza. L’interrogatorio di garanzia si è svolto oggi alla presenza del gip del tribunale di Cosenza Giuseppe Greco, dell’indagato e degli avvocati difensori Guido Siciliano e Giovanni Spataro. I due legali, già difensori di Antonio Perri per il quale la pubblica accusa aveva formulato medesima richiesta, hanno contestato la validità dell’interrogatorio stesso. «I sottoscritti difensori hanno eccepito la nullità dell’interrogatorio medesimo, per violazione del diritto di difesa, non avendo avuto tempestivamente notizia dei capi di imputazione contestati, in forma completa senza omissis e parti oscurate, nonché della richiesta di misura e del fascicolo. Ciò ha determinato la impossibilità per lo Scarpelli a sottoporsi all’interrogatorio e la necessità, in questa fase, di avvalersi della facoltà di non rispondere».

Come nel caso di Perri, gli avvocati Siciliano e Spataro hanno invitato il giudice Greco ad astenersi dal giudizio in sé, in quanto ha emesso una misura cautelare nei confronti di Franco Mazza, il sindacalista di Cetraro finito agli arresti domiciliari. «Avendo avuto notizia dagli organi di stampa che il medesimo GIP ha irrogato una misura cautelare ad altro indagato, è stato invitato il Giudice a dichiarare la propria astensione dal decidere per “gravi ragioni di convenienza”, qualora abbia espresso un suo convincimento in merito alle contestazioni avanzati nei confronti del dott. Scarpelli». E ancora: «Nel merito, comunque, è stato precisato che l’Azienda Sanitaria di Cosenza, nel periodo della gestione Scarpelli non ha svolto alcuna attività gestionale amministrativa nella vicenda. L’unica attività è consistita nella trasmissione delle domanda di utilizzo dei soggetti richiedenti, senza operare valutazione alcuna, demandata ex lege agli uffici regionali del dipartimento lavoro. Su tali presupposti, riservando ogni ulteriore valutazione all’esito della scrutinio degli atti di indagini, è stata sollevato l’incompetenza territoriale della Procura e del GIP di Cosenza, in favore di quella di Catanzaro. Essendo gli uffici regionali ubicati in Catanzaro e quindi radicandosi la competenza nell’Ufficio di Procura di Catanzaro».

Inoltre, i difensori, hanno evidenziato che l’atto di convenzione che ha reso esecutivo il progetto di cui trattasi è stato sottoscritto presso il Dipartimento Regionale il 2 dicembre 2014, in data successiva alla cessazione della carica di direttore generale, avvenuta il 24 novembre 2014. «Tra l’altro, l’indagato è attualmente in servizio, con altre funzioni, presso altro Ente (l’Azienda Ospedaliera di Cosenza) con un ruolo strategico di particolare valenza per l’Ospedale cittadino. A parere della difesa, non esistono i presupposti in fatto ed in diritto che possano giustificare oggi una misura interdittiva chiesta in ragione di atti remoti, formatisi nell’anno 2014, allorquando l’indagato era direttore generale all’Asp di Cosenza. Ed invero, in caso di accoglimento della misura, si determinerebbe una ingiusta ed ingiustificata penalizzazione del servizio presso l’Ospedale Civile di Cosenza nel quale l’indagato attualmente opera». Si attende la decisione del gip. (a. a.)

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