martedì,Marzo 19 2024

Primi “mal di pancia” nella maggioranza Occhiuto. FDI non firma la nota pro-sindaco

È davvero strano che a dare lezioni di gestione della cosa pubblica e ad attribuire responsabilità siano proprio coloro i quali hanno causato, sin dal 2010, lo stato di deficit che ha determinato la dichiarazione di dissesto finanziario del Comune di Cosenza. È invece consueto che la parte politica rappresentata da Guccione & Co. annunci

Primi “mal di pancia” nella maggioranza Occhiuto. FDI non firma la nota pro-sindaco

È davvero strano che a dare lezioni di gestione della cosa pubblica e ad attribuire responsabilità siano proprio coloro i quali hanno causato, sin dal 2010, lo stato di deficit che ha determinato la dichiarazione di dissesto finanziario del Comune di Cosenza. È invece consueto che la parte politica rappresentata da Guccione & Co. annunci di non presentarsi in Consiglio per discutere un tema delicato come quello del dissesto. Un modo semplicistico per addossare ad altri responsabilità che invece sono ascrivibili solo ed esclusivamente a coloro i quali oggi sono in minoranza e che da molti lustri hanno gestito le casse del comune di Cosenza creando danni irreversibili. 

Noi consiglieri di maggioranza siamo fieri di avere sostenuto il sindaco Mario Occhiuto in questi 8 anni di Amministrazione, durante i quali Cosenza ha conosciuto una nuova stagione di rinascimento sotto diversi profili. Sono state realizzate opere, è stato posto fine alla selvaggia speculazione edilizia, sono stati creati spazi di aggregazione ed elevata la qualità dei servizi offerti ai cittadini, nonostante il taglio consistente dei trasferimenti dallo Stato al Comune. Cosenza è assurta a città faro del Mezzogiorno d’Italia, apprezzata per la vivacità culturale, per la capacità di attrarre turisti, per essere riuscita a diventare più accogliente ed ospitale. 

Ovviamente, il modus operandi di chi è dedito ad atti di sciacallaggio politico o che, come nel caso di specie, utilizza le sentenze per rimettere le proprie mani sulla città dei Bruzi, sarà punito severamente dai cittadini che sapranno ben discernere chi realmente ha provocato il disavanzo strutturale che ha danneggiato Cosenza. Gli apprezzamenti che Cosenza ha suscitato in Italia e all’estero stanno facendo rosicare i tristi esponenti della minoranza abituati a gioire non per i propri successi, ma per gli altrui presunti insuccessi.

Guccione, dopo le vicende Rimborsopoli e lo scandalo dei portaborse di cui è stato non ignaro protagonista, non partecipa all’attività del Consiglio comunale di Cosenza ormai da tempo, preferendo piuttosto dispensare sentenze al tepore delle postazioni di guadagno che la politica gli ha regalato. Lui e i suoi accoliti si augurano lo scioglimento senza confrontarsi in Consiglio, proprio come nel 2016, complottando per negoziare i propri interessi. Insomma, ribadiamo, il solito sciacallaggio politico. 

Non avevamo alcun dubbio circa l’esortazione a disertare il Consiglio comunale da parte dei consiglieri Guccione e Morcavallo. Del resto sono ormai diverse sedute che non si presentano in aula. Il dissesto confermato dalla Corte dei Conti è figlio, ad onor del vero, anche di qualche amministratore che oggi siede nei banchi della minoranza. Nessuno può, infatti, dimenticare che alcuni membri dell’attuale minoranza nella sindacatura precedente al 2011 avevano incarichi nell’esecutivo. Ed è per questo che non possono non ritenersi corresponsabili dell’attuale dissesto finanziario rispetto al quale oggi fanno professione di verginità.

Per tacere di chi dimentica di aver frequentato le stanze dell’Amministrazione comunale, durante la prima sindacatura Occhiuto, quando non sedeva tra gli scranni del Consiglio. Ai conferenzieri di oggi sfugge, poi, il particolare che l’Amministrazione comunale resterà in carica anche dopo la formale dichiarazione di dissesto da parte del Consiglio comunale. Sarebbe troppo comodo se il Consiglio disertasse l’aula o brigasse affinché se ne decreti lo scioglimento. 

A queste imboscate la minoranza è ben abituata e vorrebbe reclutare dei compagni di merende, ma la ratifica del dissesto da parte del Consiglio è un atto di responsabilità. E’ evidente, però, che dagli irresponsabili attendersi un comportamento del genere è pura utopia. Giova, inoltre, ricordare alcuni passaggi importanti della vicenda che ha preceduto il dissesto. La decisione delle sezioni riunite della Corte dei Conti con la quale è stato confermato il dissesto del Comune di Cosenza è un epilogo scontato, rispetto alla quale il sindaco Mario Occhiuto e la sua maggioranza hanno fatto di tutto perché potesse essere scongiurata.

L’Amministrazione comunale, quando a luglio del 2012 la Corte dei Conti, al termine delle attività istruttorie svolte, aveva già fatto emergere delle criticità nella gestione del Comune suggerendo la necessità di misure correttive, aveva rivolto all’Amministrazione un invito a dichiarare il dissesto. Di fronte a questo invito, il Comune aveva davanti due strade: dichiarare direttamente il dissesto o aprire la procedura del predissesto. E’ stata scelta la strada del predissesto e Cosenza è stato il secondo Comune in Italia ad adottarlo.

Nonostante gli sforzi compiuti, grazie ai quali si è riusciti a ridurre notevolmente la massa debitoria, il Consiglio comunale è stato chiamato ad approvare manovre per garantire copertura ai debiti che l’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Mario Occhiuto ha ereditato da tanti anni di cattiva gestione. La situazione di squilibrio finanziario parte da lontano e non si è di certo generata per colpa dell’Amministrazione Occhiuto, se è vero come è vero che enormi sono stati gli sforzi profusi in questi anni per rimediare al deficit del passato e alla cattiva gestione precedente, con un’azione volta a ripianare i debiti pregressi che va ascritta ad esclusivo merito dell’attuale Amministrazione comunale. Il quadro finanziario che l’Amministrazione Occhiuto, appena insediata, si è trovato davanti era altamente desolante e di fronte ad esso la scelta politicamente più comoda da adottare sarebbe stata quella della dichiarazione di dissesto, ma questo avrebbe determinato gravi conseguenze occupazionali, soprattutto per le categorie più deboli. 

L’altra opzione, poi seguita, era quella di tentare di mettere a posto i conti attraverso un piano di riequilibrio pluriennale che avrebbe da un lato mitigato le conseguenze sulla città e, dall’altro continuato a garantire servizi essenziali ai cittadini, qualificandoli ulteriormente. E’ di tutta evidenza che i carichi di spesa fissi del Comune, se non sono bilanciati da entrate corrispondenti, a causa del regime delle riscossioni che non ha funzionato appieno, perché elevata continua ad essere la percentuale di evasione dei tributi, non possono non generare uno squilibrio tra entrate ed uscite.

Situazione questa nella quale versa la quasi totalità dei comuni calabresi. Amministrare oggi una città richiede una buona dose di coraggio e il sindaco Mario Occhiuto non solo ha avuto coraggio, ma è riuscito ad avere una visione di come si amministra la polis che ha consentito di portare avanti un processo di rigenerazione urbana che ha riguardato tutti i settori, dallo sviluppo delle arti alla cultura, dal commercio al turismo, alla realizzazione di opere importanti che resteranno alle giovani generazioni come patrimonio materiale e immateriale. 

E’ per questo che, prescindendo da quelle che potranno essere le conseguenze del dissesto, consideriamo gli anni dell’Amministrazione Occhiuto come anni fecondi nel corso dei quali l’economia della città si è risollevata. Ora quel processo di rigenerazione che il sindaco Occhiuto ha in animo di estendere alla Calabria potrebbe subire un pericoloso stop e noi dobbiamo impedirlo. La nostra regione si trova di fronte ad un bivio. Occorre dare una svolta e questa non può che avere un nome, quello di Mario Occhiuto. (*Pierluigi Caputo, Andrea Falbo, Anna Rugiero, Gisberto Spadafora, Luca Gervasi, Carmelo Salerno, Vincenzo Granata, Fabio Falcone, Alessandra De Rosa, Francesco Cito, Pasquale Sconosciuto, Antonio Ruffolo, Gaetano Cairo, Maria Teresa De Marco, Piercarlo Chiappetta, Francesco Spadafora e Sergio Del Giudice).

Non hanno firmato la nota della maggioranza, i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, Giuseppe d’Ippolito e Annalisa Apicella.

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