venerdì,Marzo 29 2024

Iptv illegali, la Guardia di Finanza denuncia 223 utenti. E’ la prima volta

Per la prima volta in Italia sono stati denunciati dei cittadini che hanno utilizzato abbonamenti non ufficiali alle pay tv. Venivano sfruttati per guardare in maniera illegale serie, film ed eventi sportivi tramite le Iptv illegali. Il Nucleo speciale beni e servizi ne ha individuati 223. La legge sul diritto d’autore prevede la confisca degli

Iptv illegali, la Guardia di Finanza denuncia 223 utenti. E’ la prima volta

Per la prima volta in Italia sono stati denunciati dei cittadini che hanno utilizzato abbonamenti non ufficiali alle pay tv. Venivano sfruttati per guardare in maniera illegale serie, film ed eventi sportivi tramite le Iptv illegali. Il Nucleo speciale beni e servizi ne ha individuati 223. La legge sul diritto d’autore prevede la confisca degli strumenti utilizzati. Ai clienti, dunque, in caso di condanna verranno confiscati il televisore, computer o smartphone. Rischiano inoltre la reclusione fino ad otto anni e una multa di 25 mila euro.

Le indagini sulle Iptv illegali

L’indagine della Guardia di Finanza va avanti da alcuni mesi ed è tutt’ora in corso. Sono infatti ancora diverse le persone da identificare, tutti clienti che hanno acquistato abbonamenti illegali e che si sono rese responsabili del reato di ricettazione. La modalità utilizzata dai gestori delle pay tv pirata per diffondere il segnale è l’Iptv illegale (Internet Protocol Television). Attraversoessa i pirati acquisiscono e ricodificano i palinsesti televisivi delle maggiori piattaforme a pagamento. Parliamo di Dazn, Sky e Mediaset Premium su tutte per poi distribuirli sulla rete internet.

Come viene divulgato

Ciò avviene sotto forma di un flusso di dati ricevibile dagli utenti con la sottoscrizione di un abbonamento illecito ed un semplice Pc, smart-tv, tablet, smartphone o decoder connesso alla rete. Le indagini, che puntano ad individuare la centrale di trasmissione del segnale pirata, hanno finora evidenziato una complessa organizzazione del sistema composta da decine di “reseller” e centinaia di clienti che, tra l’altro, acquistando questi abbonamenti condividono con vere e proprie realtà criminali i propri dati personali, inclusi quelli anagrafici e bancari, lasciando traccia delle attività illecite.