giovedì,Marzo 28 2024

Presunta truffa di auto a Cosenza, la precisazione dell’imputata

In merito alla vicenda della presunta truffa automobilistica, di cui ci siamo occupati in due servizi, l’avvocato Umberto Aragona precisa quanto segue: «Quale difensore dell’imputata, chiedo rettifica dei vs articoli dei 23 gennaio 2020 e 28 agosto 2019. La vostra narrativa non corrisponde alla verità dei fatti e neanche alla versione dei querelanti. Ritenuto che l’accertamento

Presunta truffa di auto a Cosenza, la precisazione dell’imputata

In merito alla vicenda della presunta truffa automobilistica, di cui ci siamo occupati in due servizi, l’avvocato Umberto Aragona precisa quanto segue: «Quale difensore dell’imputata, chiedo rettifica dei vs articoli dei 23 gennaio 2020 e 28 agosto 2019. La vostra narrativa non corrisponde alla verità dei fatti e neanche alla versione dei querelanti. Ritenuto che l’accertamento della verità è sub iudice, mi corre l’obbligo di precisarvi che il rapporto contrattuale si è svolto direttamente tra le parti interessate, e si è interrotto per revoca consensuale e concordata dell’incarico alla mia cliente». 

Nel decreto di citazione diretta a giudizio, in riferimento al capo d’accusa contestato a Sonia Marasco, si legge quanto segue. L’imputata «induceva in errore le persone offese, circa la possibilità di partecipare ad un’asta giudiziaria per concorrere all’acquisto di una autovettura BMW X4, di una Fiat 500 X e di una Porsche Macan, così procurandosi l’ingiusto profitto di 11mila euro, corrisposti dalle persone offese a titolo di acconto sul prezzo con pari danno patrimoniale a carico» delle persone costituitesi parte civile nel processo, iniziato nel mese di gennaio 2020.

«L’indagata prospettava falsamente alle persone offese di ricoprire l’incarico di curatore fallimentare; prospettava falsamente alle persone offese la possibilità di partecipare, suo tramite, ad aste pubbliche per l’acquisto di una autovettura BMW X4 al prezzo di 5mila euro, di una Fiat 500 X al prezzo di 3mila euro e di una Porsche Macan con un acconto di 3mila euro; faceva sottoscrivere alle persone offese due procure speciali (presuntivamente) finalizzate alla partecipazione, in loro nome e per loro conto, alle suddette aste giudiziarie; induceva, così, le persone offese a consegnarle la complessiva somma di 11mila euro a titolo di prezzo di acquisto delle suddette autovetture (in realtà mai consegnate)».

Questo è quanto riportato nel capo d’imputazione, in attesa del processo che potrà confermare le accuse o dichiarare innocente l’imputata. Ma i fatti che abbiamo riportato nei precedenti articoli sono fedeli alla ricostruzione della procura di Cosenza.

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