mercoledì,Maggio 22 2024

ESCLUSIVO | Dalla Calabria il nuovo farmaco anti-coronavirus

Il farmaco della speranza si chiama Ruxolitinib, e l’ospedale di Cosenza è il primo in Italia ad averlo richiesto alla casa farmaceutica produttrice che ha concesso ai medici dell’Annunziata il via libera per l’utilizzo off label (cioè per usi diversi rispetto ai consueti) per utilizzarlo secondo le modalità consentite dalla legge. L’indiscrezione sta circolando da giorni su Facebook tra

ESCLUSIVO | Dalla Calabria il nuovo farmaco anti-coronavirus

Il farmaco della speranza si chiama Ruxolitinib, e l’ospedale di Cosenza è il primo in Italia ad averlo richiesto alla casa farmaceutica produttrice che ha concesso ai medici dell’Annunziata il via libera per l’utilizzo off label (cioè per usi diversi rispetto ai consueti) per utilizzarlo secondo le modalità consentite dalla legge. L’indiscrezione sta circolando da giorni su Facebook tra i medici specialisti.

Si tratta, a differenza del Tocilizumab, di un farmaco che si somministra per via orale, e che potrebbe stroncare sul nascere l’infiammazione che determina il collasso polmonare causato dal Covid-19. 

Al momento sono 3 i pazienti, ricoverati nel reparto di Malattie Infettive di Cosenza, sottoposti alla cura. Gli effetti sono stati rapidi e incoraggianti, anche se la cautela è d’obbligo trattandosi di una sperimentazione ancora su un range limitatissimo di malati.

L’intuizione dei medici calabresi

Il 24 marzo marzo scorso l’idea era stata condivisa su un gruppo fb specialistico, da uno dei medici calabresi pionieri della nuova cura suscitando molto interesse e dibattito. Dopo una serie di confronti tra specialisti ematologi ed infettivologi, supportati dai referenti del Comitato Etico Regionale, è stato il dato il via al nuovo protocollo terapeutico per i pazienti affetti da Covid-19, e il reparto di Malattie Infettive di Cosenza, guidato dal primario Antonio Mastroianni, è diventato capofila di un protocollo sperimentale all’avanguardia su cui adesso si sono accesi i riflettori. Ma come si è arrivati a intuire che il Ruxolitinib poteva essere utile per curare gli effetti devastanti del Coronavirus?

Grazie all’intuito di tre giovani specialisti in Ematologia calabresi (due dirigenti medici ematologi dell’Annunziata di Cosenza, il dottor Francesco Mendicino e il dottor Cirino Botta, insieme al professore associato dell’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro Marco Rossi) si è capito che la capacità che ha questo farmaco di spegnere l’infiammazione in pazienti affetti da mielofibrosi, poteva essere utile anche per i malati di Covid 19. E le prime applicazioni sembra che gli stiano dando ragione. 

Tutto è partito osservando come la reazione autoimmune, scatenata dall’infiammazione conseguente al virus, con conseguente rilascio di una quantità eccessiva di citochine (tra cui l’interleuchina-6) fosse simile a quella che avviene nei malati di mielofibrosi. Il primario di Malattie Infettive e Tropicali dell’ospedale di Cosenza, Antonio Mastroianni, ha deciso con i colleghi ematologi che avevano proposto la sperimentazione, di iniziare con le somministrazioni sui pazienti. 

Articoli correlati