venerdì,Dicembre 13 2024

Sanità e Invitalia: «La Calabria non è una colonia»

La convenzione sottoscritta tra il commissario ad acta e Invitalia in materia di investimenti in edilizia e tecnologie per la Sanità calabrese non convince Carlo Guccione. Innanzitutto perché era uno strumento già previsto dal cosiddetto Decreto Calabria, eppure si è deciso di attivarlo solo a pochi mesi dalla scadenza del decreto stesso. Non che quest’ultimo

Sanità e Invitalia: «La Calabria non è una colonia»

La convenzione sottoscritta tra il commissario ad acta e Invitalia in materia di investimenti in edilizia e tecnologie per la Sanità calabrese non convince Carlo Guccione. Innanzitutto perché era uno strumento già previsto dal cosiddetto Decreto Calabria, eppure si è deciso di attivarlo solo a pochi mesi dalla scadenza del decreto stesso. Non che quest’ultimo sia un bene. Anzi – scrive il democrat – prima lo si revoca e meglio è. Però gli aiuti alla sanità calabrese – e il Decreto Calabria ne è la prova – hanno spesso fatto ancora più danni di quanti già ce ne fossero. Lo insegna la storia recente. Guccione porta l’esempio degli accordi su investimenti nell’edilizia sanitaria «con Infrastrutture lombarde di dieci anni fa di cui ancora si pagano le conseguenze».

I dubbi del democrat non si fermano qui. Invitalia – scrive – «non ha risorse proprie per svolgere sia funzioni di committenza che di progettazione e viene delegata ad acquisire le professionalità necessarie». Nella convenzione, inoltre, si allega un elenco di interventi. Eppure molti non sono ancora finanziati, ma solo programmati. Non solo. «Opere già appaltate quali i tre nuovi ospedali (Sibaritide, Piana di Gioia Tauro, Vibo Valentia) non vengono nemmeno citate». O, come nel caso del Pronto soccorso di Crotone, «non hanno bisogno di alcuna committenza». Il risultato? «Una gran confusione che rischia nuove obbligazioni per le aziende e nessun beneficio; forse qualche spreco di risorse».

Inutile illudersi, prosegue Guccione: a risolvere i problemi della Sanità non saranno «poteri salvifici esterni». Per la necessaria ricostruzione delle aree tecniche e degli uffici tecnici delle Aziende ospedaliere e delle Asp meglio assumere ingegneri, architetti, geometri. Ma, ancor di più, accelerare tutte le attività. «Oggi nessuno può più apporre vincoli. La Calabria ha la disponibilità di risorse considerevoli in materia di edilizia sanitaria, oltre ad avere trasmesso al governo da circa due anni un nuovo accordo di programma quadro di cui si sollecita l’approvazione da parte del governo Conte. Noi vogliamo essere aiutati – conclude – ma non accettiamo di essere trattati come una colonia».

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