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La Corte dei Conti contro gli amministratori di Paola: le cifre contestate

La Corte dei Conti, grazie alle indagini della Finanza, imputa agli amministratori di Paola un danno erariale di oltre un milione di euro.

La Corte dei Conti contro gli amministratori di Paola: le cifre contestate

L’inchiesta sul presunto danno erariale di oltre un milione di euro contestato dalla Corte dei Conti di Catanzaro alle amministrazioni comunali di Paola, sia quella guidata da Basilio Ferrari che da Roberto Perrotta, nasce da una relazione della Guardia di Finanza di Paola, diretta dal tenente colonnello, Clemente Crisci, nell’ambito di un procedimento penale avviato dalla procura di Paola, coordinata dal procuratore capo, Pierpaolo Bruni.

La segnalazione di danno avrebbe evidenziato quindi presunte regolarità riconducibili alla gestione, da parte del comune di Paola, del servizio idrico integrato comprendente la rete idrica, la rete fognaria, l’impianto di depurazione delle acque reflue, la gestione e la predisposizione dei ruoli per il pagamento da parte degli utenti finali del servizio. 

La genesi del presunto danno erariale

Dalle indagini, infatti, sarebbe emerso che la gestione del servizio, dopo la rinuncia della società Impec, già individuata quale società affidataria a seguito di una procedura negoziata, è stata demandata in via diretta, a seguito della mera presentazione di un’offerta, alla società “Lao Pools”. L’affidamento alla società “Lao Pools”, sulla base di quanto accertato anche a seguito delle successive relazioni trasmesse dalla Guardia di Finanza, ha avuto inizio con un affidamento diretto per il periodo di quattro mesi, con decorrenza primo agosto del 2021 e scadenza 28 novembre 2012, con la previsione di un corrispettivo mensile pari a 95mila euro, iva esclusa. Servizio poi successivamente prorogato con un’ordinanza del sindaco Ferrari per ulteriori cinque mesi. Tuttavia, la Guardia di Finanza ha poi appurato che l’affidamento è stato portato avanti fino al 2017, quando l’attuale sindaco Perrotta, dopo la ricezione di apposita nota prefettizia relativa ad informazione antimafia sulla società affidataria, si è stabilita la rescissione immediata del rapporto. Dunque, il Comune di Paola cambia società e affida il servizio alla Ecotec Srl fino al 2020.

Il 24 settembre del 2020 la Guardia di Finanza di Paola ha evidenziato ulteriori criticità riferibili alla gestione del servizio idrico, in quanto è emerso che, dopo la rescissione del rapporto con la società “Lao Pools”, il Comune di Paola aveva deciso, con l’ordinanza sindacale n. 9 del 21 marzo 2017, un affidamento temporaneo alla società “Ecologia Oggi”. La società, che opera nel campo della raccolta dei rifiuti, di proprietà del presidente del Cosenza, Eugenio Guarascio, subordina l’accettazione dell’affidamento alla preventiva acquisizione di idonea documentazione e all’effettuazione di un sopralluogo al fine di verificare la condizione degli impianti. Dall’esame del verbale di sopralluogo del 20 aprile 2017, si sarebbero accertate le gravi criticità dell’impianto dovuta alla mancata manutenzione e alla non regolare esecuzione delle attività demandate alla società “Lao Pools”.

La quantificazione dei costi necessari per il ripristino delle funzionalità dell’impianto ha consentito di accertare la necessità di interventi per i quali sono state stimate spese di importo complessivo pari a 160.500 euro. A tal proposito, la Guardia di Finanza accerta che il 2 maggio del 2017, il responsabile di settore ha diffidato la società “Lao Pools” a predisporre i necessari interventi e, con la successiva non del 10 maggio 2017, avendo constatato la mancanza di riscontro alle contestazioni mosse, il suddetto dirigente ha specificato che gli interventi volti a garantire il funzionamento dell’impianto sarebbero stati attuati dall’ente locale prevedendo l’imputazione dei costi alla società responsabile. 

Dai successivi accertamenti, il Comune di Paola, relativamente al costo per il mancato smaltimento dei fanghi (28.600 euro), aveva detratto la somma del corrispettivo riconosciuto alla società “Lao Pools” per il mese di maggio 2017. Tuttavia, secondo la Guardia di Finanza, per gli ulteriori costi imputabili alla cattiva gestione della società affidataria non si è proceduto, come dovuto, al recupero delle somme nei confronti della società operando le dovute compensazioni sulle somme riconosciute a titolo di corrispettivo per lo svolgimento del servizio.

Le somme indebite pagate alla società “Lao Pools”

Succede quindi che il 19 maggio del 2017, i dirigente Pavone, riconoscendo il corrispettivo per il servizio reso, ha attestato, «in palese contraddizione con il contenuto delle note dallo stesso inviate a titolo di diffida alla società affidataria, la regolarità delle prestazioni» evidenzia la Finanza di Paola. Infatti, il contratto sottoscritto dal comune di Paola con la società “Lao Pools”, il 9 agosto del 2013, prevedeva che il pagamento delle fatture doveva essere preceduto dalla verifica del regolamento espletamento del servizio da parte dell’organo tecnico dell’ente locale.

Quindi, la Finanza rileva che il dirigente Pavoe «ha pertanto indebitamente riconosciuto ala società “Lao Pools” il corrispettivo di 74.045,15 euro con la determina n. 112 del 19 maggio del 2017 non procedendo, come necessario, all’imputazione in danno dei maggiori costi, che, in realtà, detratto l’importo di 28.600 euro relativo allo smaltimento dei fanghi già posto in compensazione, risultavano pari a 96mila euro conseguenti alla cattiva gestione e alla mancata manutenzione degli impianti, come accertato nel verbale di sopralluogo del 20 aprile 2017 e come contestato alla società affidataria in palese difformità agli obblighi assunti convenzionalmente dalle parti». 

Inoltre, la Guardia di Finanza ha rilevato che «il dirigente Pavone, con la determina n. 99 del 15 maggio 2017, ha proceduto ad un’indebita compensazione di importo pari a 26.015 euro a favore della stessa “Lao Pools”, effettuata computando i costi per la sostituzione delle porte in ferro dell’acquedotto Ceraselle ed esonerando dall’addebito i costi di energia elettrica che, secondo il contratto sottoscritto con la società affidataria, dovevano essere posti a carico di quest’ultima con la detrazione degli importi dai corrispettivi mensili riconosciuti dall’ente. La compensazione attuata dal dirigente Pavone ha permesso la mancata detrazione degli importi relativi ai consumi di energia elettrica sulla base dei lavori in realtà mai eseguiti dalla società affidataria». 

Le valutazioni della Corte dei Conti

Sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei Conti sono finite dunque le continue proroghe dell’affidamento del servizio sopra menzionato. I giudici contabili, infatti, hanno evidenziato che «la giurisprudenza amministrativa e contabile hanno espresso un indirizzo univoco stabilendo che la proroga di un affidamento può considerarsi legittima soltanto nei casi nei quali la stessa assuma il carattere necessitato per l’egenza di consentire alla stazione appaltante di procedure alla predisposizione degli atti per lo svolgimento del bando di gara o per l’affidamento del servizio con altra idonea modalità comparativa. Nel caso in esame si è potuto accertare che la gestore del servizio idrico integrato è stato affidato in assenza di un’idonea procedura comparativa in via diretta e con continue proroghe e rinnovi alle medesime società per quasi un decennio».

La Corte dei Conti, tuttavia, sottolinea come il mancato ricorso alle procedure di evidenza pubblica per l’affidamento del servizio idrico abbia recato un danno al comune di Paola. «Tale pregiudizio deve essere imputato agli amministratori in carica e ai dirigenti di settore che hanno proceduto formalmente ai rinnovi ed alle proroghe dell’affidamento del servizio omettendo di procedere all’espletamento di una gara pubblica». 

Gli amministratori 

La Corte dei Conti scrive: «Per l’anno 2016 e per i primi sei mesi del 2017 il danno accertato deve essere imputato agli amministratori in carica ovvero al sindaco Basilio Ferrari e agli assessori Francesco Sbano, Marco Cupello, Dario Gaetano, Giovanni Mannarino e Paolo Siciliano. Nel periodo in considerazione i provvedimenti di affidamento del servizio risultano adottati per dieci mesi dal responsabile Giovanni De Medici, per sette mesi dal responsabile Fabio Pavone e per un mese dal responsabile Ulisse Smerigilio. Il danno complessivamente prodotto nel suddetto periodo risulta pari a 366.516 euro che debe essere ripartito in quote uguali tra gli amministratori in carica e i responsabili di settore che hanno adottato l’atto, ciascuno in proporzione al periodo durante il quale è risultato in carica. La singola quota di danno da imputare agli amministratori risulta pertanto pari a 52.359 euro. De Medici sarà tenuto a rispondere di 29.800 euro, il funzionario Pavone di 20.356 euro e il responsabile Smeriglio per la residua quota di 2.908 euro». 

Nel periodo che va da luglio 2017 al mese di aprile 2020, invece, gli amministratori in carica risultano essere: il sindaco Roberto Perrotta, gli assessori Antonio Cassano, Francesco Città, Francesco De Cesare, Emilio Mantuano, Marianna Clementina Saragò e Alessio Samà. «Deve tenersi conto che l’assessore Francesco De Cesare è rimasto in carica fino al 16 dicembre 2019 e che, dal 17 dicembre 2019 fino al mese di aprile 2020, è risultato in carica, al sui posto, l’assessore Alessio Samà» scrive la Corte dei Conti. Il totale della somma contestata è di 559.308 euro. «I singoli componenti della Giunta comunale vengono chiamati a rispondere singolarmente per l’importo di 79.901 euro con l’eccezione degli assessori De Cesare e Samà, ai quali, in ragione della durata del loro incarico, vengono addebitati rispettivamente gli importi di 70.501 euro e 9.400 euro». Per gli ultimi sei mesi del 2017, il responsabile Ulisse Smeriglio dovrà pagare 17.453 euro, mentre per Fabio Iaccino il costo è pari a 62.448 euro. Infine per il mese di maggio del 2017 Fabio Pavone dovrà versare ulteriori 74.045 euro.

Le conclusioni della Corte dei Conti

Gli accertamenti compiuti dalla Guardia di Finanza «hanno così consentito di dimostrare che la gestione del servizio idrico del comune di Paola è stata affidata dall’anno 2012 fino all’anno 2020 in via diretta alle società affidataria in assenza delle richieste procedure comparative e del rispetto delle previsioni di legge volte alla tutela dei principi di concorrenza, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa». Il presunto danno erariale, contestato agli amministratori e dirigenti, è pari a 1.025.855 euro.

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