Rimborsopoli, il danno alla Regione lo paga… la Regione
Antonio Rappoccio e Giulio Serra sono stati condannati in via definitiva a seguito dell’inchiesta “Rimborsopoli”. La Corte dei Conti ha stabilito che i due ex consiglieri regionali con le loro spese “allegre” hanno creato un danno erariale alla Regione. Tra il 2010 e il 2012 hanno percepito indebitamente rimborsi per il loro gruppo consiliare “Insieme
Antonio Rappoccio e Giulio Serra sono stati condannati in via definitiva a seguito dell’inchiesta “Rimborsopoli”. La Corte dei Conti ha stabilito che i due ex consiglieri regionali con le loro spese “allegre” hanno creato un danno erariale alla Regione. Tra il 2010 e il 2012 hanno percepito indebitamente rimborsi per il loro gruppo consiliare “Insieme per la Calabria” pari a 67.800 euro. Soldi pubblici che ora sono chiamati a restituire. Ed entrambi lo faranno. Con altri soldi pubblici.
I buchi di Rimborsopoli tappati con i vitalizi
La somma andrà ripartita tra i due in proporzioni diverse. A Serra toccherà ridare alla Regione un quinto del totale: 13.560 euro. Il resto – ossia 54.240 euro – dovrà sborsarlo Rappoccio. Il tutto senza considerare rivalutazioni e interessi legali. La soluzione per saldare il dovuto, però, è identica: rinunciare ogni mese a un quinto del vitalizio che intascheranno dalla stessa Regione che hanno danneggiato.
La procedura è legittima, a giudicare dagli atti con cui si è stabilito il piano di ammortamento. Ma anche paradossale, tanto da sembrare l’ennesimo esempio del divario tra i politici e i comuni cittadini calabresi. Questi ultimi, infatti, hanno appreso grazie agli esiti di Rimborsopoli di aver pagato con le loro tasse il buco creato per finanziare quelle spese ingiustificate. E ora quel buco dovranno anche tapparlo con i soldi con cui la Regione ogni mese pagherà l’assegno vitalizio che spetta a Serra e Rappoccio per i loro trascorsi in Consiglio.
Per i soldi di Rappoccio ci vorrà il 2033
Al danno (erariale) si aggiunge dunque la classica beffa. O, meglio, le beffe. Serra, infatti, rinuncerà ogni mese a poco più di 600 dei circa 3000 euro netti che gli sarebbero spettati senza condanna. E così per restituire il maltolto impiegherà un paio d’anni, percependo comunque 2.400 euro ogni 30 giorni.
Ben poca cosa, comunque, rispetto ai tempi previsti per Rappoccio. Il suo vitalizio è di 1420 euro netti, quindi la trattenuta per estinguere il debito sarà, a partire da luglio, di 380 euro al mese. Cosa significa? Che serviranno 150 rate perché la Regione recuperi, pagando con i suoi stessi soldi, quello che l’ex consigliere le ha tolto. Per riavere le somme perse tra il 2010 e il 2012, quindi, la Calabria dovrà aspettare fino a gennaio del 2033.