martedì,Maggio 21 2024

Guarascio, una retrocessione annunciata e che viene da lontano

Guarascio sul banco degli imputati. Adesso tutti hanno il colpevole. Abbandonato finanche da chi, fino a poco tempo fa, lo etichettava come “il miglior presidente della storia del Cosenza calcio”. Perdonali, Presidente. Perché non sanno (o forse fanno finta di dimenticare) che tu sei stato sempre così. Da dieci anni. Non sei mai cambiato. Nulla

Guarascio, una retrocessione annunciata e che viene da lontano

Guarascio sul banco degli imputati. Adesso tutti hanno il colpevole. Abbandonato finanche da chi, fino a poco tempo fa, lo etichettava come “il miglior presidente della storia del Cosenza calcio”. Perdonali, Presidente. Perché non sanno (o forse fanno finta di dimenticare) che tu sei stato sempre così. Da dieci anni. Non sei mai cambiato. Nulla ti ha scalfito. Un muro di gomma. E chi meglio del sottoscritto può dirlo (a cui non hai mai consentito un faccia a faccia vero, leale). Il titolo dell’editoriale che scrissi nel 2012 era: “Guarascio e i vizi malcelati”. Già all’epoca i ritiri pre-campionato erano un optional. I giocatori da prendere un dettaglio, insieme a tecnico e diesse.

Guarascio e i vizi malcelati

Sei sempre stato così, Presidente. E’ giusto dartene atto. Mai una maschera. Neanche in quelle conferenze stampa esilaranti dove trovare la notizia era come scavare nel deserto. Un altro editoriale, scritto nel 2015, aveva per titolo: “Guarascio, gli occhi a mandorla e il conto alla romana” scrissi che “questa politica del risparmio avrebbe generato disinteresse che, se da una parte evitata possibili fallimenti, dall’altra avrebbe generato quelli sul campo”.

Guarascio, gli occhi a mandorla e il conto alla romana

La fortuna ti ha assistito. Sempre? Si, sempre. Perché i successi del Cosenza non sono passati dalla tua lungimiranza, che non c’è mai stata, ma dall’intuizione di poche persone (allenatori e giocatori). L’ho scritto nell’editoriale “Figli di un Dio minore”, nel 2016.

Imprenditori o ragionieri?

Dopo dieci anni sorprende che, chi ti difendeva anche dinanzi a situazioni paradossali, oggi, in virtù di risultati a dir poco umilianti, ti abbandoni così, senza pudore.Strano il calcio Presidente. Basta l’odore della retrocessione per essere buttato via. E deve essere singolare vedere sulla sponda del fiume i propri adulatori insieme a chi, per dieci anni, ha cercato di far comprendere che nella tua idea di società non c’erano programmi, non c’è mai stato futuro.Finanche dinanzi agli “hobby” e ai “tifosi di strada” i tuoi Clientes ti hanno difeso.

Ma oggi no, oggi sarebbe troppo.Ora bisogna trovare un colpevole. Lo impongono i risultati negativi.Ieri, invece, andavi bene. Ripescaggi scambiati per promozioni, serie B conquistata non si sa come (santo Braglia) e altri miracoli vari (ultimo quello di Occhiuzzi un anno fa) facevano di te una sorta di Re Mida.

In pochi hanno cercato di farti comprendere cosa realmente rappresentasse il Cosenza per i cosentini.Molti di più, difendendoti, ti hanno consentito di essere sempre te stesso… da dieci anni.

Beh, oggi Presidente non voglio minimamente ricordare tutte le tue mancanze o sottolineare che questo era un disastro annunciato (e che dovresti farti da parte).Oggi ti chiedo di essere misericordioso con chi, dopo tanto tempo, ha deciso di abbandonarti. Per proprio comodo, ti hanno voltato le spalle.

Lo so Presidente, lo so. Sei sempre stato così. Hanno cercato di vedere in te quello che la storia non ti riconoscerà mai: essere un presidente degno del Cosenza e di Cosenza. Ma i risultati non bastano a definire ciò che siamo, soprattutto se dipendenti dalla dea fortuna. A qualificarci è quello che facciamo, o non facciamo, nell’ottica di un interesse comune.Perdona loro Presidente. Perdona loro perché non sanno quello che hanno fatto. E neanche se ne preoccupano. Ti hanno voltato le spalle. E tu, solo, sei costretto a prendere l’unica decisione. La migliore decisione da quando sei presidente. Metterti da parte.