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Cosenza, Lucio Presta: «Vi racconto l’incontro con Guarascio dello scorso agosto 2020»

Lucio Presta racconta, in esclusiva ai nostri microfoni, il colloquio con Guarascio: «Portai con me Manuel Gerolin, era progetto importante»

Cosenza, Lucio Presta: «Vi racconto l’incontro con Guarascio dello scorso agosto 2020»

Lucio Presta non ha certo bisogno di presentazioni: imprenditore, agente dei più importanti personaggi della televisione italiana, cosentino. Lo scorso anno, ad agosto, ebbe un incontro con Eugenio Guarascio per parlare di un eventuale acquisto del Cosenza Calcio, ma non se ne fece nulla. Oggi, in esclusiva ai nostri microfoni, ci racconta di quel giorno e dei progetti che aveva per la squadra. Con un occhio al futuro.

Presta, ha letto le ultime dichiarazioni del sindaco, nelle quali invita Guarascio ad assumersi le proprie responsabilità?

«Non le ho lette, sono giornate complesse per il lavoro, ma mi sembra una bella presa di posizione da parte del sindaco. Mi sembra sbagliato lasciare il pallino nelle mani del presidente. Guarascio non lascerà mai la guida della squadra, per lui è troppo importante in termini di visibilità e di rapporto con gli enti calabresi. Difficilmente, quindi, rinuncerà al Cosenza».

Ci racconta dell’incontro con Guarascio lo scorso agosto?

«Mi sono presentato con Manuel Gerolin (ex direttore sportivo dell’Udinese, ndr) e con Vito Caramia, un imprenditore che mi avrebbe affiancato in questa operazione. Si era però capito, sin dai primi minuti dell’incontro, che lui non avrebbe mai venduto la società. Ad ogni domanda su costi, ambizioni o cose simili, lui alzava sempre il tetto in maniera importante. Non faceva neanche numeri, cifre: parlava di “squadra fortissima”, di “un allenatore più bravo di De Zerbi”… E poi rispondeva: “Io cerco solo sponsor”, che è quello che sta facendo adesso. Liberissimo, per carità, la squadra è sua…».

C’era un progetto tecnico già pronto?

«Assolutamente. Gerolin, peraltro, non credo abbia bisogno di presentazioni. Aveva appena terminato il suo rapporto di collaborazione con l’Udinese, dove ha lavorato per anni ed è stato la loro fortuna. Avevamo già deciso di rinforzare la squadra per far sì che facesse un anno di transizione in Serie B, importante, per poi avviare un processo di livello più alto. Guarascio era però convinto, e ribadisco che è un suo diritto, di avere per le mani una squadra fortissima. Peraltro era appena finito il campionato, quindi non c’era neanche calciomercato…».

Oggi Lucio Presta è ancora interessato al Cosenza?

«No, perché attualmente non ci sono le condizioni per poter presentare un progetto di questo genere. Abbiamo fatto un’analisi approfondita e sarebbe tutto da rifondare: la squadra non ha un parco giocatori, non ha un vivaio, non ha un centro d’addestramento, non dispone di nulla. Pertanto, ci vogliono degli innamorati pazzi che abbiano degli interessi a Cosenza, altrimenti non troverà mai nessuno disposto ad occuparsene. Oggi non ci sono le condizioni: questo anche perché non c’è la volontà, come dimostra quanto accaduto con la famiglia Greco».

Lei sarebbe interessato al Cosenza solo in Serie B?

«Non è per quello, è per un discorso di chiarezza. Certamente la Lega Pro non è quello che si aspira a fare, perché ci sono tanti investimenti da fare che non garantiscono la buona riuscita del progetto. Sono tante le circostanze che determinano la risalita in B, per questo è stato un peccato sprecare la promozione».

Presta, secondo lei che futuro ha il Cosenza con Guarascio?

«Ho paura. Lui è molto bravo a tenere tutto in ordine, perché il Cosenza spende quanto incassa, ma questo non ha permesso di far crescere né la squadra, né il capitale della squadra. Ha tenuto in ordine i conti? Perfetto. Ma non ha rimesso nella squadra tutto quel beneficio che essere il presidente del Cosenza gli avrebbe potuto portare. Mi spiego meglio: Guarascio ha tutte le imprese lì. Avrebbe dovuto dedicare parte degli introiti delle aziende al Cosenza. Insomma, non sono sereno. Dovrebbe anche sgombrare il campo dagli equivoci di cessione, far capire chiaramente quale sarà il futuro dei rossoblù. Anche perché ha dei doveri verso la città e della tifoseria».

A tal proposito, sottoscrive lo slogan dei tifosi #GuarascioVattene? Cosa pensa della protesta?

«Credo che anche lui sappia che la sua popolarità è al ribasso, pur avendo avuto il merito di riportare il Cosenza in Serie B. Oggi deve assumersi la responsabilità del futuro. Il sentimento della tifoseria nei suoi confronti è chiaro, il problema è che lui non è convinto di questo. Quando lui stesso scriverà che lascia, allora la protesta avrà raggiunto il proprio scopo».

Spostiamoci per un attimo dal calcio. Nei giorni scorsi ha presentato il “Giubileo dei calabresi”: ci spiega di cosa si tratta?

«Ci sono sei milioni e passa di calabresi in giro per il mondo, molti dei quali hanno ruoli importantissimi in aziende considerevoli. Tantissimi dei loro figli non conoscono la Calabria: noi stiamo costruendo un progetto per far sì che, da qui al 2023, questi ragazzi conoscano la terra dei loro padri e delle loro madri».

E in vista delle prossime comunali?

«Abbiamo già dato (ride, ndr)».

Va bene. Chiudiamo tornando sul Cosenza: con Gerolin avevate individuato un percorso preciso. Ci può dire qualcosa in più?

«Sì, avevamo le idee piuttosto chiare in testa. Avevamo anche individuato un tecnico, ma preferirei non fare nomi. Manuel Gerolin aveva già pronto un asset di tutto rispetto».

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