giovedì,Marzo 28 2024

Acquappesa, i lavori all’Istituto per il Turismo non finiscono più. L’ira dei genitori

Padri e madri degli alunni delusi dalle lunghe attese hanno inviato una missiva alla presidente della provincia, Rosaria Succurro. Annunciano occupazioni e domandano certezza in tempi celeri

Acquappesa, i lavori all’Istituto per il Turismo non finiscono più. L’ira dei genitori

Il protrarsi del cantiere ancora aperto e la concessione da parte dell’ente alla ditta appaltatrice di un’ulteriore proroga, per la consegna dei lavori e il relativo collaudo, ha fatto scaldare gli animi di genitori e alunni dell’Istituto tecnico per il turismo di Acquappesa.

A distanza di un anno dall’inizio dei lavori, per la manutenzione del muretto di cinta dell’istituto, non si è ancora messo un punto definitivo non ostante l’impegno e i continui solleciti del Dirigente Scolastico. Le solite dinamiche tutte italiane, che nella burocrazie e nelle scartoffie, perdono di vista i diritti e i valori dei cittadini. In questo caso si parla di adolescenti, che dopo la nota e famosa DaD, causa COVID (2020), si sono ritrovati nuovamente a fare i conti con la didattica a distanza per un altro anno (2021).

Deluse le attese che prevedevano un regolare rientro a settembre del 2022, ma le sorprese non mancano mai e l’ipotesi di una nuova chiusura, prevista in considerazione della mancanza di certificato di sicurezza a cura della provincia, è dietro l’angolo.

I genitori non ci stanno e attraverso una lettera inviata alla Presidente della provincia, Rosaria Succurro, annunciano occupazioni e domandano certezza in tempi celeri. Dichiarano apertamente: «Abbiamo scelto di educare i nostri figli, spiegando loro che ogni promessa è un debito, che gli impegni presi si mantengono a tutti i costi e che difender la parola presa, genera inevitabilmente il rispetto altrui».

«Il diritto allo studio è sancito dalla nostra costituzione e appare impossibile che a negare tutto ciò sia sempre il fiscalismo, il formalisco e lo scarica barile. Non è una richiesta – affermano le mamme – è una pretesa».