martedì,Maggio 14 2024

Guccione: «Se il Pd non sana le fratture interne si correrà il rischio scissione»

Il dirigente democrat in vista del congresso: «Bonaccini, Schlein, De Micheli, non è questione di nomi. La costituente deve dar vita ad un soggetto nuovo, spero di stampo socialista ed ecologista. Altrimenti sarà la solita corsa al collocamento»

Guccione: «Se il Pd non sana le fratture interne si correrà il rischio scissione»

Il dibattito politico in casa dem si alimenta da sé, costantemente. Oggi è il turno di Carlo Guccione che, guardando al nazionale, non esita a mettere in guardia i suoi colleghi di partito dallo spettro della scissione qualora non si sanino le fratture interne. Le posizioni, come storia insegna, non sono eterogenee. Specialmente nel nord della Calabria. 

Ieri mattina la vicesindaca di Cosenza Maria Pia Funaro, l’ex parlamentare Stefania Covello e il dirigente provinciale Salvatore Giorno hanno reso pubblica, in ottica congresso, la loro preferenza per Stefano Bonaccini. A ruota il segretario della federazione bruzia Vittorio Pecoraro ha commentato la notizia definendo le loro motivazioni «condivisibili». In serata, invece, durante la trasmissione Perfidia in onda su LaC Tv (canale 11 del digitale terrestre e 820 di Sky), Enza Bruno Bossio si è soffermata soprattutto sull’ex ministro Paola De Micheli.   

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«Alle Primarie bisogna arrivarci con i voti degli scritti, e quindi – ha argomentato l’ex componente della commissione Trasporti alla Camera – bisogna capire Elly Schlein, che sicuramente ha una sua audience esterna, quanto ne ha tra gli iscritti e quanto gli scritti si iscriveranno per sostenere la Schlein. Quindi i conti si fanno alla fine. Certamente in questo momento c’è Bonaccini che è in pole position, perché rappresenta in qualche misura la solidità. Ma poi se si vuole votare l’innovazione c’è Paola De Micheli che è una donna libera. Non la tengono tanto in considerazione, come per esempio per tanto tempo non hanno tenuto in considerazione me. Perché le donne libere non sono tenute in considerazione nei partiti maschili. Proviamo a rovesciarla questa cosa…» dice, sottolineando che Elly Schlein «non c’entra niente con il Partito democratico».

Guccione, che ne pensa delle dichiarazioni dei suoi colleghi di partito?
«Credo che solo una vera costituente possa salvare il Partito Democratico. Negli ultimi anni abbiamo vissuto quattro scissioni e abbiamo defenestrato dieci segretari. Il problema, pertanto, non credo sia il leader, bensì la poca chiarezza nella linea politica e una forma di partito ormai superata».

Lei quale vorrebbe?
«Una che sia profondamente radicata sui territori, nei luoghi di lavoro e di studio. Insomma, una che non indossi costantemente i panni di un comitato elettorale».

Sembra di leggere il programma di Schlein…
«No, per nulla. Questa situazione ci dice quanto sia profonda la crisi del Partito Democratico, crisi che non va ricercata nelle figure dei segretari, ma in una domanda». 

Prego, la ponga pubblicamente.
«Il Pd, nel conflitto sociale, dove si colloca?»

Ci dia anche la sua risposta al quesito, però.
«Se si avvia una fase costituente, bisogna costruire qualcosa che al momento non c’è. Non ci si può fermare ad una rifondazione che è qualcosa di estremamente riduttivo. Le vie di mezzo non portano a nulla». 

La via maestra di Guccione qual è?
«Quella di costruire un soggetto politico che non si adegui a governare i processi dell’attuale sistema economico, ma che si batta per correggere le disuguaglianze. Solo così si edificherebbero processi di forte attualità nel mondo del lavoro, magari mettendo al centro del dibattito il sud Italia. Dico questo perché vorrei che si chiarisca definitivamente l’idea di autonomia differenziata che il partito ha per il Paese. Senza sciogliere questi nodi, ci sia avvia sempre più verso il solito congresso del Pd che ha portato, come ho detto prima, a dieci segretari in poco tempo».

Le candidature si depositano il 27 gennaio, non proprio domani…
«Questa giostra di nomi senza mettere in campo le idee rischia di provocare fratture insanabili. Non auspico la scissione, ma rischia di diventare un pericolo concreto in questo tipo di processo costituente. A differenza degli altri anni, ci sono offerte alternative al Partito Democratico da entrambi i lati. Mi riferisco al M5S a sinistra e al Terzo polo dalla parte opposta». 

Le vorrebbe un Pd che guardi dove?
«Un Pd di sinistra, ma una sinistra di governo e non certo movimentista. Penso, per essere più preciso, ad un partito socialista ed ecologista. O si costruisce qualcosa nuovo, pertanto, oppure parleremo soltanto di una corsa a chi si colloca per primo. Proveniamo da una sconfitta epocale, la costituente serve a plasmare quelle novità che oggi non intravedo. Se si va avanti di questo passo, vedrete che anche il nuovo segretario durerà poco».