giovedì,Marzo 28 2024

Cosenza, Fratelli d’Italia non vota contro il ddl Calderoli

Sull'autonomia differenziata i meloniani seguono la linea nazionale, assenti i consiglieri vicini a Forza Italia. Caruso: «E' una questione politica»

Cosenza, Fratelli d’Italia non vota contro il ddl Calderoli

Fratelli d’Italia ha votato contro una delibera con cui il consiglio comunale di Cosenza stigmatizza i contenuti del ddl Calderoli. Il resto dei presenti si è espresso favorevolmente, compresi i rappresentanti del gruppo “Bianca Rende sindaca” che non fanno parte della maggioranza. Per il partito di Giorgia Meloni erano presenti solo il capogruppo Francesco Spadafora e Ivana Lucanto che hanno seguito la linea nazionale nonostante le rimostranze dell’assise. Assente invece Giuseppe D’Ippolito, al pari degli altri consiglieri di minoranza riconducibili a posizioni più o meno vicine a Forza Italia. Hanno marcato visita pure Alessandra Bresciani, Roberto Sacco (che ha lasciato a Frammartino il posto in commissione Welfare), Raffaele Fuorivia, Daniela Puzzo, Francesco Gigliotti, Francesco Graziadio e Antonio Golluscio.

Il sindaco Franz Caruso auspicava che, come accaduto ad esempio ad Acri, tutti i rappresentanti del pubblico consesso bocciassero la proposta di autonomia differenziata. Nel suo intervento, ribadendo la partecipazione alla manifestazione in programma a Napoli venerdì 17, non ne ha fatto mistero ribadendo come nel disegno di legge al Mezzogiorno vengano tagliate le gambe in tema di sanità, istruzione, infrastrutture e welfare.

«Il dibattito è politico ma non di contrapposizione politica – ha aggiunto -. C’è la necessità di difendere i valori del nostro Paese perché questi argomenti sono tornati in auge dopo il 25 settembre. Due terzi del Paese, però, non sono rappresentati dal contenuto del ddl. È qualcosa di elettorale, non si fanno così gli interessi degli italiani…».

La delibera del comune di Cosenza sull’autonomia differenziata

Nella delibera letta dal presidente Giuseppe Mazzuca e approvata dal consiglio comunale di Cosenza, si è chiesto «il ritiro del DDL Calderoli allo scopo di favorire una discussione su un’ipotesi di Autonomia Differenziata – rispetto alla quale non siamo ostili – che rispetti l’unità nazionale, salvaguardi i diritti dei cittadini del Meridione, garantendo le risorse necessarie per contenere il divario Nord-Sud; il calcolo e il finanziamento dei LEPla ridefinizione del Fondo perequativo per i Comuni;  di portare il presente atto all’attenzione dell’ANCI, che partecipa alla Cabina di Regia della Legge di Bilancio».

Contestualmente da Palazzo dei Bruzi hanno sollecitato Caruso e Mazzuca «ad adoperarsi in tutte le sedi istituzionali competenti a promuovere sulla materia di rilevanza costituzionale un serio dibattito in Parlamento e un confronto nel Paese che coinvolga tutti i soggetti istituzionale e della società civile».

La bocciatura di sindacati e associazioni

Trattandosi un consiglio comunale straordinario, è stato aperto il dibattito ad amministratori di altri municipi, a sindacalisti e ad esponenti delle associazioni. Hanno preso la parola dopo un minuto di silenzio in memoria delle vittime di Cutro e dopo l’intervento iniziale di Francesco Alimena (Pd) che ha dato l’indirizzo alla discussione focalizzando i temi cari ai democrat.

Rosa Principe e il professore Walter Nocito del Coordinamento Democrazia Costituzionale hanno avanzato una proposta a cui, a livello nazionale, hanno contribuito più di 120 costituzionalisti. «Non è importante soltanto distruggere in questa fase – hanno detto – ma soprattutto costruire qualcosa di veramente egualitario». Pollice verso da parte di Teresa Aiello della Cgil e di Paolo Cretella della Uil.

Pino Capalbo e l’esempio di Acri

Ad ascoltare la discussione c’erano il sindaco di Aiello Calabro Luca Lepore, l’assessore al Comune di Rende Domenico Ziccarelli e il primo cittadino di Acri Pino Capalbo. È stato quest’ultimo a prendere la parola e a portare l’esempio del suo territorio dove tutte le forze politiche elette hanno partecipato alla stesura di una delibera condivisa, presentando sì emendamenti, ma palesando contrarietà a questo tipo di autonomia differenziata. «Storicizzare il fondo perequativo mette a rischio i servi essenziali senza prima aver definito i costi standard dei Lep e dei Leas», ha detto strappando i complimenti di Mimmo Frammartino che ha preso spunto da queste parole nel suo intervento.

Significativo il tackle di Giuseppe Ciacco (FCs). «Siamo in presenza di un disegno eversivo e sovversivo – ha tuonato -. Il ddl Calderoli destituisce il Parlamento, che viene sostituto da un’intesa tra Stato e regioni. Si soffoca così il potere legislativo, come ai tempi del fascismo». Stesso tenore l’enfasi data dai democrat Aldo Trecroci («Amici di Fratelli d’Itallia, votare a favore del ddl Calderoli per un meridionale è come esprimere una preferenza per il partito nazista da parte di un ebreo») e da Gianfranco Tinto.

«Cosenza non ha forza di competere – ha chiuso Bianca Rende che ha manifestato solidarietà alla città di Napoli assediata dagli hooligans dell’Eintracht Francoforte -. Altro che Autonomia differenziata, dovremmo riproporre invece la Cassa del Mezzogiorno per cercare di colmare il gap col nord. Pieno mandato, pertanto, al sindaco e al presidente del consiglio».