lunedì,Aprile 29 2024

Processo all’ex prefetto Galeone, dubbi della difesa sul file originale dell’intercettazione ambientale

Sentiti in aula due testi di polizia giudiziaria, tra i quali l'ex capo della Squadra Mobile di Cosenza. I difensori hanno sollevato una questione al tribunale collegiale

Processo all’ex prefetto Galeone, dubbi della difesa sul file originale dell’intercettazione ambientale

Due testimoni e un dubbio. Si può riassumere così l’udienza dibattimentale del processo all’ex prefetto di Cosenza Paola Galeone, imputata per corruzione davanti al tribunale collegiale cittadino presieduto dal presidente Francesco Luigi Branda.

La procura di Cosenza, rappresentata dal pubblico ministero Giuseppe Visconti, ha esaminato l’ex capo della Squadra Mobile di Cosenza Fabio Catalano, ora alla guida dello stesso reparto ma nella città di Catanzaro, e un agente della Squadra Mobile di Cosenza, deputato ad ascoltare l’intercettazione ambientale tra Paola Galeone e la persona offesa, Cinzia Falcone, presidente di Animed.

Le accuse all’ex prefetto di Cosenza

Secondo l’accusa, l’ex prefetto di Cosenza Paola Galeone avrebbe proposto alla presidente dell’Animed, Cinzia Falcone di dividersi una somma di denaro, relativa ai fondi di rappresentanza, attraverso una fattura falsa. Settecento euro la cifra sequestrata dalla Squadra Mobile di Cosenza che dopo Natale, anno 2019, aveva ripreso la scena in un bar di fronte la Prefettura di Cosenza. Incontro captato dagli agenti della Questura di Cosenza attraverso una cimice piazzata all’interno della borsa della Falcone che ha generato sostanzialmente una traccia audio ambientale. Nel corso della seconda deposizione, il teste ha anche evidenziato come la terza voce emersa dalla conversazione fosse stata attribuita a un cameriere in servizio presso il bar.

Dubbi difensivi sull’intercettazione ambientale

L’intercettazione da sempre non ha convinto la difesa di Paola Galeone e al termine dell’escussione del secondo testimone, dopo aver avuto i dovuti chiarimenti da parte del dirigente Fabio Catalano, gli avvocati Mario Antinucci e Carlo Di Casola, hanno sollevato una questione inerente la traccia audio. Il processo, durato oltre tre ore, ha fatto venir fuori che gli agenti della Squadra Mobile di Cosenza, una volta concluso l’opera intercettiva, hanno ripulito il file audio con un’applicazione, attribuendo le voci ascoltate all’ex prefetto e a Cinzia Galeone. Le modalità di ascolto e trascrizione sono state chieste dall’accusa, e la difesa si è insinuata sulla dichiarazione che, dal punto di vista difensivo, dovrebbe essere approfondita.

Nuova perizia sul file audio?

Come approfondirla? La difesa di Paola Galeone inizialmente ha sollecitato oralmente il tribunale di Cosenza a valutare una nuova perizia tecnica, individuando due quesiti: l’attribuibilità delle voci relative all’imputata e alla persona offesa, e lo “scarto” eliminato dal file originale. A quel punto, il presidente ha chiesto alla procura quali elementi fossero a disposizione della procura, in merito all’attività intercettiva, e si è raggiunto un compromesso, ovvero che il collegio giudicante si è riservato di riascoltare o meno il perito nella prossima udienza fissata a fine novembre 2023, quando in aula comparirà Cinzia Falcone, presidente di Animed, e un’altra persone presente nella lista testi della procura.

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