lunedì,Maggio 20 2024

«Cosenza Capitale della Cultura 2026 come l’Atene di Calabria» | VIDEO

Presentato il dossier con cui la città dei Bruzi ha avanzato la sua candidatura all’ambizioso titolo. Il 29 marzo la decisione, 16 comuni rimasti in lizza

Featured Video Play Icon

Salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi pieno per la presentazione della candidatura di Cosenza a Capitale della Cultura 2026. Il 29  marzo verrà assegnato l’ambito riconoscimento e all’ombra della Sila il fervore è evidente. Ha risposto presente una buona rappresentanza parlamentare formata da Alfredo Antoniozzi (Fratelli d’Italia), Simona Loizzo (Lega) e Anna Laura Orrico (M5S). a somarso hanno invece fatto pervenire un messaggio di pieno sostegno.

Leggi anche ⬇️

«Non ci sono rappresentanze politiche qui, ma rappresentanze di Cosenza – ha detto nel suo intervento il primo cittadino Franz Caruso -. La loro presenza è un messaggio importante da consegnare alla città. Hanno permesso a tutti noi di vivere un sogno i consiglieri Antonietta Cozza, Mimmo Frammartino e Francesco Alimena. Ma anche il dirigente Giuseppe Bruno, le dottoresse Marilena Callari e Marilena Cerzoso e Rocco Mangini che, da esterno, ha elaborato il progetto».

Cosenza è tra i 16 comuni ancora in corsa che ambiscono al titolo, «ma stiamo alimentando una visione collettiva per far sì che Cosenza rafforzi l’appellativo di Atene della Calabria» ha proseguito il sindaco. «Partiamo dal premio – ha affermato ancora – per una programmazione strategica e ambiziosa della cultura in città. Tutto è nato dall’impegno di Anna Laura Orrico che ha fatto sì, insieme all’allora Ministro Dario Franceschini, che venisse sottoscritto il contratto dei fondi CIS (90 milioni) insieme a Palermo, Napoli e Taranto. A me non piace partecipare, piace vincere».

I consiglieri comunali hanno spiegato di aver presentato il 4 luglio un dossier di 60 pagine contenente non solo un rendiconto di quanto fatto, ma l’esposizione di una mission ambiziosa. «Siamo un cantiere culturale da cui stiamo edificando dal basso un progetto sociale di grande inclusione come certifica Cosenza capitale del Volontariato. A marzo sapremo se toccherà a noi, intanto sfidiamo i cosentini ad essere ambasciatori di se stessi» hanno detto.

Il dottor Mancini ha motivato la scelta del claim “Dai sogni ai segni” dando un anelito di rinascita. Il dossier parte dal numero 7, i colli che dominano la città, e ne costruisce una simbologia particolare. «Sono pugliese, avevo pertanto uno sguardo vergine su Cosenza – ha svelato -. Ritengo che Cosenza sia già Capitale della Cultura… ma non ancora. La parola più citata è “comunità” e la presenza dei parlamentari non è un’azione scontata. Questo bando non premia la città più ricca, più bella o con più storia, ma premia chi, attraverso nuove politiche culturali, incide nel cambiare il destino del proprio territorio. I segni di oggi e di domani sono figli dei sogni dei cosentini di ieri e il termine dei cantieri del centro storico è proprio fine 2025. Il 2026, pertanto, abbiamo pensato possa sancire la rinascita della città. A prescindere dalla vittoria».

Alfredo Antoniozzi ha chiesto in Parlamento di sostenere la candidatura di una città «con oltre 2000 anni di storia, con influenze romane, normanne e bizantine e con un centro storico tra i più belli d’Italia. L’appello diramato lo sento come un imperativo categorico di essere arruolati per il bene della città – ha aggiunto -. Già partecipare a questo campionato è stata una fatica, ecco perché sono a disposizione della nostra comunità. Cosenza ha elaborato critiche e pensieri nel corso dei secoli proprio perché ha avuto profondità e personalità vivaci».

Simona Loizzo ha ricordato che «Cosenza è una città volta e dotta». «Non ci sono stati sindaci che non abbiamo tenuto all’aspetto culturale – ha evidenziato – . Cito il Festival delle Invasioni su tutte, ma il mio supporto è garantito e mi piacerebbe che ci fosse sempre questa eterogeneità politica così che la città acquisti un ruolo di guida nel Mediterraneo anche in ottica città unica».

Anna Laura Orrico è certa che la candidatura di Cosenza a Capitale della Cultura 2026 «sia un nuovo tassello partito con il Cis-Centro Storico di Cosenza». «Oggi si fa un percorso molto simile ascoltando la città e assistendo alla trasformazione non solo della parte vecchia – ha concluso – ma alla rinascita culturale a mo’ di leva sociale sostenibile. A novembre vorrei realizzare un’iniziativa nel centro storico di Cosenza, invitando docenti universitari di Napoli, per gettare le basi di un quartiere cultura come quello sorto proprio nella metropoli partenopea».

Articoli correlati